Tutti
i battiti del mio cuore
Jacques Audiard è il regista e sceneggiatore di questo film
aspro e coinvolgente, premiato con l’Orso d’argento
al Festival di Berlino, bella favola noir che descrive il faticoso
percorso dell’uomo nel tentativo continuo di imparare dalle
proprie esperienze e migliorarsi, cambiarsi, crescere.
Tom ha 28 anni e una vita vissuta al limite dell’onestà,
coinvolto in traffici poco puliti nel giro delle compravendite immobiliari.
Il destino gli offre un’occasione insperata, che si presenta
come una figura emersa da un passato più dolce e gentile,
diverso dal presente cupo, disordinato e violento: l’agente
musicale della madre pianista, morta suicida, che gli offre un’audizione,
e la speranza di ricominciare a credere di poter diventare il pianista
di talento che ha sempre sognato di essere, proprio come sua madre.
Audiard, sceneggiatore abilissimo e sensibile, mettendo lo spettatore
sempre un passo avanti rispetto al protagonista, fa in modo che
il pubblico si preoccupi per questo ragazzo difficile, aguzzo come
una scheggia, cattivo e violento, ma anche capace di grandi tenerezze,
come figlio e come amante, anche nel furore di una vita sbandata.
Attraverso questo meccanismo ansiogeno, lo spettatore percepisce
la crisi di Tom, nonostante lui non sia in grado di farlo, pur enunciandola
fissando per se un obiettivo impossibile: diventare un concertista
ad una età in cui ormai è troppo tardi. E' come se
gridasse aiuto e il pubblico lo sa, lo capisce. E così Tom
diventa inevitabilmente simpatico, trasformandosi in un eroe tragico
che si è prefisso un obiettivo irraggiungibile, e non si
può far altro che rimanere colpiti e coinvolti dal suo cammino
verso una inevitabile sconfitta. Forse. O forse no.
Perché la passione di Tom per la musica è vera, autentica,
profonda, e impone costanza, e ordine e disciplina. E per chi lo
accusa di avere la testa da un’altra parte per colpa della
musica, ha una sola risposta: è la musica che gli da la carica,
che lo fa sentire al massimo. E lo spingerà inesorabilmente
verso un altro destino. Perché le colpe dei padri, nel ventunesimo
secolo, non ricadono sui figli, e anche se un genitore ingombrante,
imbarazzante e amatissimo vorrebbe convincere Tom che per lui non
c’è ormai altra strada che ripercorrere le orme paterne
seguendo il suo stesso destino di ubriacone, seduttore in declino
e imbroglione che vive di piccoli espedienti (un Niels Arestrup
di grande bravura), Tom decide diversamente per se stesso.
Non passerà mai l’audizione, non diventerà mai
un concertista, ma non ha più importanza, perché Tom
ha già intrapreso un’altra strada, ha ascoltato una
canzone migliore e ha deciso di imparare a cantarla, e non c’è
niente che lo possa riportare indietro, neppure l’audizione
fallita, neppure incontrare dopo anni l’assassino del padre.
Perché nel momento decisivo, quando potrebbe ucciderlo e
vendicarsi, Tom decide di non sferrare quell’ultimo colpo,
di ripulirsi alla meglio e andare a sedersi in una sala buia ad
ascoltare la moglie, concertista affermata, suonare l’adorato
Bach. Perché è ormai cambiato, e niente può
riportarlo indietro.
Fondamentale per il film è l’eccezionale protagonista,
Romain Duris, amato dalle avanguardie del cinema francese, capace
di rendere i mille stati d’animo di questo ragazzo combattuto
e roso da una passione febbrile, teso nella ricerca di una strada
che possa dirsi sua, non un baratro verso cui sia sospinto da altri.
Duris è tutto sguardi, mani che corrono veloci su tastiere
vere o immaginate sul tavolo di un bar, espressioni di spaventosa
cattiveria e sorrisi disarmanti che illuminano lo schermo.
Sonia Conversi
Tutti
i battiti del mio cuore
Anno 2005
Titolo originale:
De battre mon coeur s'est arrêté
Regia: Jacques Audiard
Attori: Romain Duris, Niels Arestrup, Jonathan Zaccaï, Gilles
Cohen, Linh Dan Pham, Aure Atika
Soggetto: Jacques Audiard
Sceneggiatura: Jacques Audiard - Tonino Benacquista
Distribuzione: Bim
Sito: http://www.wellspring.com
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