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Il Mito di Roma

 

Roma per millenni non è stata soltanto un centro abitato come migliaia d’altri ma è stata soprattutto un’idea, un mito che si è perpetuato per secoli. Dopo il lungo periodo di grandezza legata all’Impero il ricordo di Roma sopravvisse per tutto il Medio Evo quale ideale di perfezione a cui tendeva l’umanità tormentata da guerre, malattie, carestie, ed anche dopo l’affermarsi in Europa delle monarchie nazionali il ricordo ed il sogno della “globalizzazione” romana continuò ad affermarsi, almeno tra le classi colte: uno stato, una religione,  una moneta, una cultura, una lingua, un mondo nostalgico di potenza e di gloria, Anche nel secolo dell’Illuminismo razionale e dissacratorio il mito continuò a prosperare, frotte di giovani aristocratici o ricchi borghesi affluivano in Italia per un viaggio di istruzione, il Grand Tour, e la meta ambita dei più era Roma.

La città sin dal Rinascimento era stata il cuore culturale dell’Europa e tale ruolo era aumentato  durante la lunga estate del Barocco, nel XVIII secolo era culla delle più svariate esperienze culturali. Scavi archeologici erano stati intrapresi da secoli ma casuali o di rapina ora si procede in maniera più razionale, il Winkelmann fa scuola, inventa l’idea della classicità, un mondo aulico e candido quasi popolato di semidei, i collezionisti d’Europa contendono ai Papi e ai Principi romani statue, colonne e capitelli che emergono dal sottosuolo urbano, si crea un fiorente mercato antiquario e artisti di ogni genere convergono su Roma per soddisfare la insaziabile richiesta dei tanti ricchi turisti. Si sviluppano le accademie artistiche dalle antiche di San Luca o dei Virtuosi del Pantheon sino all’Arcadia, modello per analoghe istituzioni europee, i vari sovrani creano a loro volta scuole a Roma dove ospitare giovani artisti dei loro paesi per farli perfezionare in scultura, pittura, disegno e archeologia. Si fondano in città due musei, i Capitolini nel 1734 e i Vaticani nel 1771, destinati ad essere il prototipo dei musei del mondo.
Un secolo che mise Roma al vertice della cultura europea e che sembra non dovesse terminare mai poi d’improvviso un evento mise fine ad un’epoca: la Rivoluzione Francese e poi Napoleone distrussero un mondo che aveva sicuramente tanti aspetti condannabili ma che aveva sviluppato la civiltà europea quale noi ancora continuiamo a vivere; Roma travolta da una grave crisi politica ed economica perse il suo primato passato a Parigi e New York ma la sua impronta resta significativa e pesante nella vita culturale dell’Occidente. Per ricordare un  secolo così denso di eventi  la Fondazione Roma ha organizzato la mostra dal titolo “Roma e l’Antico.

Realtà e Visione nel ‘700” nella quale attraverso 140 opere ordinate in sette sezioni si ripercorre la storia di un secolo  indimenticabile per la città. Le opere provengono da musei italiani ed esteri e sono di vario tipo: sculture, dipinti, porcellane, bronzi, terrecotte, il tutto contraddistinto da quell’aura leziosa e raffinata che caratterizzò l’arte del  XVIII secolo Sono presenti statue di epoca romana accanto a sculture di Canova, Volpato, Cavaceppi notissimo anche come restauratore e integratore di opere antiche e forse anche un po’ falsario; alcuni quadri sono opera del Panini, del Clerisseau, del van Wittel, del Piranesi, del Mengs ed anche del David ai suoi esordi, della Kauffmann e del Batoni. Le prime sezioni riguardano la riscoperta dell’antico, la fondazione dei musei, l’arte contemporanea ad imitazione dell’antico, ed anche la falsificazione; a questo proposito si esaminano nella sezione seguente le botteghe di due artisti dell’epoca il Cavaceppi scultore poliedrico e discusso ed il Piranesi noto per lo più come incisore ma attivo anche in altri campi. Nella quinta sezione si illustra lo sviluppo delle Accademie con le loro raccolte di modelli in gesso che permettevano la conoscenza dei capolavori antichi anche in lontani paesi, nella sesta si esamina l’arredamento degli interni con una serie di deliziosi manufatti in porcellana ed in bronzo e la presenza di un grandioso “Deser”, gigantesco centro tavola in bronzo e pietre dure, opera di Luigi Valadier ed ora al Museo del Palazzo Reale a Madrid. Chiude la mostra una rassegna di opere dei più noti artisti degli ultimi decenni del ‘700: Pompeo Batoni, Angelica Kauffmann, Domenico Corvi, Anton Von Maron, Antonio Canova.

La Fondazione Roma ha presentato la mostra nella sua nuova sede museale di Palazzo Sciarra al Corso, antico edificio iniziato a costruire nel tardo ‘500 per conto degli Sciarra di Carbognano, ramo dei Colonna, e pervenuto dopo numerosi passaggi alla Fondazione nel 1969. Nella sede precedente, Palazzo Cipolla posto dirimpetto, saranno ospitate in futuro le mostre di arte moderna. Nel secondo piano di Palazzo Sciarra saranno invece sistemate le opere d’arte della collezione di proprietà della Fondazione. È una mostra di grande interesse culturale ed insieme di piacevole vista un insieme che generalmente caratterizza le esposizioni presentate dalla Fondazione Roma.

 

18 novembre 2010
Roberto Filippi

Informazioni:

Roma
Fondazione Roma
Roma e l’Antico
Realtà e visione nel ‘700

Palazzo Sciarra
via Marco Minghetti 22
Dal 30 novembre 2010 al 6 marzo 2011
Orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00
tel. 06/95557514 - 892.101
www.fondazioneromamuseo.it

Catalogo: Skira

 


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