AFFRESCHI
MANIERISTI AL COMANDO DEI CARABINIERI
dal patrimonio dell'Accademia di Belle Arti
di Roma
Nel corso della Settimana della Cultura
del maggio 2005 è stato presentato un evento culturale
di rilevante interesse in quanto è riemersa dai depositi
un’opera dimenticata da quasi un secolo e che molti ritenevano
perduta. Si tratta della decorazione ad affresco di alcune sale
della torre di Paolo III Farnese che era situata alle pendici
del Campidoglio, dove ora è il Vittoriano.
Questo poderoso edificio adiacente al convento francescano di
Santa Maria in Aracoeli, anch’esso in gran parte demolito,
fu fatto costruire tra il 1535 e il 1540 dal Pontefice sul Campidoglio
con valore simbolico per affermare la prevalenza del potere papale
su quello comunale ed era collegato con un camminamento al Palazzo
San Marco, anch’esso allora sede pontificia. L’interno
della torre fu decorato nello stesso periodo dell’appartamento
papale di Castel Sant’Angelo ma, mentre questo si è
salvato ed è attualmente visibile in tutta la sua bellezza,
la decorazione della torre è poco citata nelle fonti antiche
ed è stata in gran parte distrutta.
L’intervento artistico, nel parziale silenzio della documentazione,
è attribuito, come ideazione, a Perin del Vaga, discepolo
di Raffaello, e, come attuazione, ai poco noti Michele Franco
e Battista Franco detto il Semolei; secondo alcuni critici sarebbe
stato interessato anche Prospero Fontana noto per i suoi affreschi
a Palazzo Firenze. Si tratterebbe quindi dell’opera di un
cantiere molto articolato e composto di più artisti, coordinati
da Perno e aventi caratteristiche operative molto similari. Nel
1585 Papa Sisto V, francescano, donò la torre ai suoi confratelli
dell’Aracoeli che la adibirono a foresteria mutando la sistemazione
degli spazi interni con conseguente degrado degli affreschi per
i quali esistono documenti del sette/ottocento che parlano di
pessimo stato di conservazione.
Dopo l’Unità d’Italia il convento fu confiscato
e destinato alla demolizione per la costruzione del Vittoriano
e in tale occasione parte della decorazione fu distaccata e affidata
all’Accademia di Belle Arti di Roma dove giacque quasi dimenticata
per un secolo finché a cura della competente Soprintendenza
è stata “riscoperta”, restaurata ed esposta
presso la Caserma dei Carabinieri “Giacomo Acqua”
in piazza del Popolo.
Sono dieci pannelli di varia grandezza appartenenti ai fregi che
decoravano la parte alta di alcune sale del piano terreno della
torre; a volte sono teorie di figure eleganti, in altri casi puttini
che giocano o figure femminili allegoriche che circondano stemmi
Farnese. Sono immagini eleganti e poetiche che fanno rimpiangere
quanto andato perduto.
E’ possibile vedere gli affreschi presso la Caserma confidando
nella cortesia dei Carabinieri che dal 1870 occupano l’edificio
costruito già ad inizio ‘800 come caserma nel corso
dei lavori diretti dal Valadier e che dettero a piazza del Popolo
l’attuale aspetto neoclassico; la caserma ha aspetto e dimensioni
simili alla facciata di Santa Maria del Popolo ed è dotata
di una cupola, sormontata da una croce, identica a quella della
Cappella Cybo nella chiesa. L’interno con un grande scalone
ha un piacevole aspetto classicheggiate e nell’androne sono
esposti gli affreschi restaurati.
Roberto Filippi
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