“Oggi abbiamo a disposizione strumenti di comunicazione straordinari: possiamo vedere tutto, sapere tutto. La quantità di informazioni in circolazione non è mai stata così grande. Tutto ciò è molto positivo. È ironico che allo stesso tempo sappiamo ancora così poco dei nostri vicini. Ora, tuttavia, l'unica risposta possibile è fare un passo verso le altre persone, per capirle”.
Così Yann Arthus-Bertrand esprime il senso di “6 miliardi di Altri”, il progetto da lui lanciato nel 2003 e diventato successivamente una mostra multimediale che sta girando il mondo riscuotendo un clamoroso successo.
Mettersi in contatto con altre persone, imparare a convivere e, dunque, a conoscersi. Questo l’obiettivo che Yann Arthus-Bertrand è riuscito magnificamente a perseguire attraverso tre semplici azioni, che spesso noi dimentichiamo, presi dall’individualismo verso il quale ci spinge la nostra società: fare domande, ascoltare e divenire parte della storia di qualcun altro.
Il risultato di questa operazione è un progetto originale e straordinario: 5600 interviste filmate in 78 paesi da 6 registi che sono andati in cerca degli “Altri”. Dal pescatore brasiliano al negoziante cinese, dall'attore tedesco al contadino afgano, tutti hanno risposto alle stesse domande sulle loro paure, i loro sogni, i loro momenti difficili, le loro speranze.
Cosa hai imparato dai tuoi genitori? Cosa vuoi tramandare ai tuoi figli? Quali momenti difficili hai vissuto? Cosa significa per te l'amore? Che cos’è la felicità? sono solo alcune delle tante domande poste agli intervistati. Domande che ci aiutano a scoprire cosa ci separa e cosa ci unisce. Risposte che scattano splendide istantanee dell'umanità odierna.
C’è il ragazzo cubano che concepisce la felicità come una farfalla che cerchiamo di afferrare e che si posa sulla nostra spalla solo quando siamo stanchi e smettiamo di inseguirla, c’è la vecchina italiana che non conosce più la felicità da quando è venuto a mancare suo marito “e con lui il sole”, c’è la signora svizzera che è felice solo quando riesce a far felici gli altri e la signora francese che dipinge la felicità come un lampo fugace per il quale viviamo tutta una vita.
La mostra è uno specchio di tutte le domande che ciascuno di noi, pur diverso dagli altri, si pone ogni giorno sul senso della vita e le risposte che troviamo nel corso della mostra sono straordinariamente genuine, sincere ed eterogenee.
Tutto è iniziato con un elicottero in panne, nel Mali. In attesa del pilota, Yann Arthus-Bertrand trascorse un'intera giornata conversando con uno degli abitanti del villaggio. Quest’ultimo gli parlò della sua vita quotidiana, delle sue speranze, delle sue paure e gli confessò che la sfida più difficile da superare per lui era dare da mangiare ai suoi figli. Quell’uomo, così semplice e sincero, non chiedeva nulla, non esprimeva né rancore né ostilità e Bertrand si trovò improvvisamente catapultato di fronte al più elementare dei problemi: la lotta per la sopravvivenza.
Più tardi, sorvolando i continenti per realizzare un altro emozionante progetto intitolato “La Terra vista dal Cielo”, Bertrand si chiese più volte cosa avrebbe potuto imparare dalle donne e dagli uomini che popolano il nostro pianeta, che da lassù gli sembrava un'immensa distesa senza barriere, un tutt’uno da condividere. È così nato il progetto “6 miliardi di Altri”.
Quattro anni di intenso lavoro durante i quali l’autore è entrato in contatto con moltissime persone di nazionalità, credo religioso, formazione culturale, ceto ed età differenti.
Un confronto che conduce ad una maggiore consapevolezza di ciò che ci accomuna e di ciò che ci differenzia, un percorso che termina con la piacevole scoperta che le alterità non dividono, ma anzi consentono la comprensione e la condivisione, due elementi indispensabili per la sopravvivenza del genere umano.
I filmati, realizzati in primo piano, tutti uguali per forma e tipo di ripresa, creano intimità e impatto emotivo nello spettatore che si immedesima magicamente nello stato d’animo di chi parla, o – ancora più precisamente – di chi gli parla. E si, perché di fronte a questi filmanti ognuno di noi si sente solo, a tu per tu con l’intervistato, in un luogo al di fuori dello spazio e del tempo.
A Parigi la mostra ha riscosso un successo strepitoso, testimoniato dalla permanenza nel museo: fino a tre ore e mezza a persona; circa dieci ore di video complessivamente visionabili e i visitatori parigini confessavano di volerle vedere tutte.
Dopo Parigi, Rennes, Shangai e Marsiglia ora è il nostro turno.
Grazie alla sinergia tra Yann Arthus-Bertrand, BNL-BNP PARIBAS e il Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali, fino al 26 settembre 2010 la mostra “6 miliardi di Altri” sarà ospitata nella suggestiva cornice dei Mercati di Traiano, sito archeologico che enfatizza l’emozione dei visitatori, che ascoltano diverse storie di vita in un’atmosfera antica che fa da ponte invisibile tra il tempo e lo spazio, tra il diverso e il simile, in un’ottica rivolta all’indagine e alla comprensione di realtà differenti tra loro, ma tutte accomunate da un’intensa umanità.
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