Spesso in passato ai Barberini sono state attribuite molte colpe ma almeno un merito va a loro assegnato: aver fatto edificare il loro grandioso palazzo barocco. Cominciarono a costruirlo nel terzo decennio del ‘600, ampliando un precedente palazzo degli Sforza, utilizzando l’opera architettonica del Maderno, di Bernini e del Borromini e quella pittorica di Pietro da Cortona, che affrescò il grande salone con la “Gloria dei Barberini”, Andrea Sacchi, Camassei ed altri artisti del XVII secolo.
Il palazzo fu acquistato dallo Stato nel 1949 e destinato ad ospitare la Galleria Nazionale d’Arte Antica costituita nel 1883 ma sino ad allora priva di un’unica sede; nell’edificio era sistemato sin dagli anni Trenta il Circolo Ufficiali delle Forze Armate e si ebbe una coabitazione non soddisfacente sino al 2006 allorché il Circolo fu trasferito nel’adiacente Palazzina Savorgnan di Brazzà. Palazzo Barberini iniziò ad essere interessato da una serie di interventi di restauro che portarono all’apertura di alcune sale al piano nobile ospitanti la pittura del XVI e XVII secolo, dal 20 settembre sono state aperte al pubblico altre cinque sale al primo piano e nove al piano terreno con opere dal XII al XV secolo.
I restauri sono stati particolarmente impegnativi dato lo stato di degrado dei locali, è stato rifatto il pavimento in cotto della sala di Pietro da Cortona e le pareti sono state rivestite da 1000 mq. di tessuto di lampasso dorato imitanti le antiche tappezzerie in cuoio non più riproponibili.
Le sale del piano terreno ospitano opere di grande interesse, dalla più antica, una “Madonna Advocata” di tipo bizantineggiante datata alla metà dell’XI secolo ad una grande Crocefissione su legno, fine XIII secolo, ceduta in comodato alla Galleria dalla famiglia Jacorossi, seguono tavole di Giovanni da Rimini, Filippo Lippi, Perugino, Antoniazzo Romano.
Conclude il percorso una suggestiva sala con alcune colonne di marmo ed altre dipinte in una visione prospettica che sembra perdersi in un parco, a lato un ninfeo con statue antiche una fontana marmorea risalente al precedente edificio degli Sforza che forse all’epoca si affacciava su un giardino e non come ora in un cortile.
Al piano nobile in quindici sale si trova una eccezionale raccolta di opere caravaggesche e nel salone cortonesco appare solenne ed impudica l’immagine della “Fornarina” olio su tavola di Raffaello di proprietà del Barberini dalla metà del ‘600.
Per il futuro i lavori proseguiranno per interessare altre dodici sale al secondo piano destinate ad ospitare le collezioni del XVIII secolo e che includono un delizioso appartamento settecentesco, ancora intatto nelle tappezzerie e in parte dell’arredamento, fatto approntare dalla Principessa Costanza.
In totale la Galleria si articolerà su trentasei sale contenenti cinquecento opere d’arte disposte in ordine cronologico e raggruppate per scuole o per tipologia.
È stato compiuto un restauro di alta qualità tecnica e di grande suggestione che dal 20 settembre riconsegna ai visitatori buona parte della Galleria Nazionale d’Arte Antica in attesa che i “Fondi Lotto” permettano il completamento dei lavori. |