Due sono le mostre che riaffermano un posto nel panorama internazionale artistico dell’Arte Povera. La prima di oltre 130 opere è allestita al Kunstmuseum Liechtenstein di Vaduz, in concomitanza con i dieci anni dall’istituzione del museo, per svilupparsi attorno alla sua collezione di Arte Povera di una quarantina ed integrata da un consistente numero di lavori provenienti da altre collezioni europee, pubbliche e private, alcuni dei quali poco conosciuti, ma appartenenti tutti agli anni 1967/1972. Al centro della mostra troviamo i temi centrali dell’arte povera: il tempo, la storia della terra, l’energia e l’alchimia. comprende opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo e Gilberto Zorio.
Mentre la seconda è stata organizzata, grazie alla collaborazione del Mart di Rovereto, in occasione della visita in Serbia del Presidente della Camera, Gianfranco Fini. Le opere in mostra a Belgrado rappresentano un nucleo importante della collezione permanente del Mart. Nata alla metà degli anni Sessanta grazie al lavoro di un gruppo di artisti e sostenuta dal critico e teorico Germano Celant, l'Arte Povera si colloca nell'ambito della cosiddetta arte concettuale in aperta polemica con l'arte tradizionale, della quale rifiuta tecniche e supporti per fare ricorso, a materiali "poveri" come terra, legno, ferro, stracci, plastica, scarti industriali. Quattordici i lavori in mostra, degli artisti: Alighiero Boetti, Claudio Cintoli, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, Mario Merz, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Non mancano i lavori fondamentali del movimento come una delle famose Mappe di Boetti, gli Specchi e gli Stracci di Pistoletto.
La mostra sull'Arte Povera sarà allestita il prossimo anno a Rio de Janeiro presso la Fondazione Terra.
|
|
|