lady gaga: the fame monster
A diciassette anni Stefani Joanne Angelina Germanotta, di chiare origini italiane - siciliane per essere precisi - è una delle venti persone al mondo ammesse anticipatamente alla Tisch School of the Arts di New York, d'latrone studi il pianoforte più o meno da quando era in fasce...ma nel suo cuore c'è altro. Ci sono i Queen di Freddy Mercury, ad esempio, ai quali ladra un nome d'arte fenomenale: Lady GaGa. "Armata" - è il caso di dirlo - di un look disturbante a base di parrucche stratosferiche e calze a rete e frasi celebri come "preferirei morire piuttosto che farmi vedere senza i tacchi alti!", Lady GaGa si è fatta le ossa nei club del Lower East Side e la leggenda vuole che al suo attivo abbia anche una carriera da spogliarellista - mah...!- creando un personaggio dotato di un'identità visiva caratteristica così forte da farle guadagnare già all'esordio la celebrativa copertina di Rolling Stone e un fan di tutto rispetto: Marylin Manson.
Lady GaGa sembra
un incontro/scontro fra il pop malinconico degli anni 80 e il glam dell'ambiguità sessuale alla David Bowie. Sono celebri le sue esibizioni, quasi delle mostre evento eccessive, spiazzanti e - come nel caso degli MTV Music Awards - sanguinanti. Non sorprendetevi di vederla sedere al pianoforte per rivisitare in chiave classica i suoi brani e allo stesso tempo esibirsi in una sorta di catarsi cruenta.
Il doppio The "Fame Monster" arriva come l'ideale proseguo e rivisitazione del debutto "The Fame", un progetto ambizioso e coraggioso da parte di un'artista che sta facendo della non-banalità la sua nota distintiva. Tema portante è un'ossessiva riflessione sulla morte e la deformità, non proprio il classico genere dance pop. Anche i non amanti del genere dance, e io sono fra quelli, non possono non riconoscere i tratti di originalità di Lady GaGa che a differenza dell'immancabile sciame di meteore pop sul genere de 'la corrida' le canzoni le sa scrivere e sa esibirsi e comunicare con il pubblico. Inevitabilmente quando la personalità dell'artista sovrasta le composizioni, le esibizioni dal vivo diventano il vero metro di giudizio e, in ultima analisi, l'attrattiva principale per cui c'è da augurarsi che Lady GaGa sappia evolvere la sua in modo da far emergere maggiormente le sue doti di compositrice e - perchè no - allontanarsi dalla freddezza sintetica della dance elettronica. Ne ha le capacità.
CP
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