frammenti

 

Stracelebrato per le 10 ore e passa di pellicola dedicata alla trasposizione del Signore degli Anelli e con la produzione/benedizione di Steven Spielberg il monumentale asustraliano Peter Jackson torna a cimentarsi con una terra di mezzo. Si tratta in questo caso del limbo nel quale la piccola Susie Salmon resta impigliata dopo il suo brutale assassinio. Un mondo perfetto dal quale Susie partecipa ancora della vita terrena dalla quale per rabbia verso l'uomo che l'ha uccisa e amore per la sua famiglia non riesce a separarsi.

Tratto dallo straordinario esordio di Alice Sebold, il fim di Jackson non riesce ad essere spregiudicato e surrealmente allegro come il romanzo, nè tantomeno a trasmettere il rifiuto per la violenza e la sopraffazione. Decisamente troppo lungo e dispersivo, manca di fluidità e le tante trame che cerca di intrecciare finiscono per essere episodi di un flusso di coscienza disordinato che alterna momenti di suspance - pochi - ad altri di vero stallo. Il paradiso secondo la Sebold, il luogo in cui prendono forma i desideri, si trasforma nelle mani del regista in una noiosa giostra new age dai colori sgargianti e ipersaturi che ricorda fatalmente uno screen saver post hippy. Anche la resa dei personaggi soffre di un generico appiattimento al punto che la fuga della madre, che non riuscendo a reagire al dolore per la perdita della figlia lascia la famiglia per andare a lavorare in campagna, finisce per sembrare ridicola e insensata.

Certo non mancano punti a favore della pellicola, come l'ambientazione anni '70, l'incipit vivace e coloratissimo dell'ultimo giorno di Susie e la maniacale cura del signor Harvey nel costruire le sue inquietanti case di bambola.
E' brava e graziosa la piccola Saoirsie Ronan nel ruolo di Susie, divertente la nonna pecora-nera di Susan Sarandon, mentre la coppia di genitori formata da Rachel Weisz e Mark Wahlberg sembra scappata dalla pubblicità del Mulino Bianco. A brillare è solo la stella di Stanley Tucci che da solo salva capra e cavoli con una performance straordinaria nel ruolo del mite serial killer della porta acccanto, riuscendo a trasmettere il più puro disagio con il solo gesto di aggiustarsi gli occhiali. Si devono a lui i gli episodi chiave ed in ultima analisi unicamente vivi del film, come il tranello teso a Susie attirata nella trappola sotterranea e l'inseguimento della sorella in una scena apertamente ladrata alla Finestra sul cortile. Rimane l'amaro in bocca sia per chi ha letto il libro che per i digiuni della Sebold di fronte ad un film che pur partendo da ottimi presupposti scivola su acque chete e profonde senza mai immergersi del tutto.

Claudia Patruno

Amabili resti
Titolo originale
The lovely bones
Nazione
Gran Bretagna, Australia, USA, 2009
Genere

Drammatico

Durata
139 min
Regia
Peter Jackson
Cast

Stanley Tucci, Mark Wahlberg, Rachel Weisz, Susan Sarandon, Saoirse Ronan, Thomas McCarthy, Amanda Michalka

Trama:

1973, Susie Salmon muore a soli 14 anni, brutalmente assassinata mentre torna a casa un pomeriggio di dicembre. Dopo la morte, Susie continua a vegliare sulla sua famiglia mentre il suo assassino è ancora libero. Intrappolata in una dimensione onirica fra cielo e terra, Susie si ritrova a dover scegliere fra la sete di vendetta e il desiderio di vedere i suoi cari ritornare alla vita.

 
web

http://www.lovelybones.com

http://www.lovelybones.com/intl/it/

RC- 1/2 - Anno IV 1 febbraio 2010

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