L’iniziativa, dedicata all’acqua e al suo potere evocativo, nasce sotto il segno di continuità con la tematica da anni cara all’artista, un viaggio a ritroso nel tempo tra miti e icone della letteratura e dell’arte, dal supplizio di Tantalo a Mosé che attraversa il Mar. I riferimenti culturali di Rainaldi spaziano dalla dimensione classica a quella religiosa, fonti per storie della medesima forza e suggestione, con installazioni che dialogheranno con le radure, le palme e le vedute urbane della villa, grazie a quattordici progetti realizzati per l’occasione. Il suo lavoro, che da oltre trent’anni si muove tra gesso, oro, marmo e vetro, si arricchisce in questo nuovo percorso della presenza vitale ed evocativa dell’acqua utilizzata come materia e superficie da modellare con i suoi segni e le sue invenzioni. Le opere, disseminate all’interno del parco, mostrano una rinnovata capacità dell’artista di sperimentare materiali differenti modellati in forme essenziali, che rimandano ai raffinati tratti di Francesco Laurana e Arnolfo di Cambio, alle origini della scultura rinascimentale. Attraverso una personale rilettura delle misteriose figure di Arturo Martini e dei volti intensi di Medardo Rosso, Rainaldi offre una visione contemporanea di miti che hanno attraversato tutta la nostra storia.
Con leggerezza e acume, l’artista rilegge “La morte di Marat” in un taglio verticale nel bronzo, da cui sgorga una cascata, mentre “Le Tre Età dell’Uomo” ammiccano da un cubo d’acqua trasparente. L’acqua è uno dei pochi materiali a cambiare consistenza in modo molto semplice e veloce: grazie a questa caratteristica le installazioni alterneranno ghiaccio e vapore, liquido in movimento e specchi immobili, nei quali il paesaggio urbano si rifletterà in uno scambio serrato di immagini e rimandi formali.
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