Presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 2009, arriva nelle nostre sale in notevole e sospetto ritardo la nuova pellicola dello spagnolo Alejandro Amenabar, Agorà. E' abbastanza prevedibile che questa pellicola non sosti a lungo nelle sale, dal momento che attraverso la rievocazione di una incontrvertibile realtà storica va a colpire uno dei capisaldi del nostro quotidiano, ovvero che i "buoni" siamo noi. Vediamo come. Il giovane regista spagnolo non ama troppo la chiesa cattolica. Lo aveva già ampiamente dimostrato nel discusso "Mare dentro", nel quale aveva affrontato il tema del diritto all'eutanasia raccontando gli ultimi anni di Ramón Sampedro. Lo ribadisce in Agorà rendendo un omaggio alla filosofa Ipazia che per prima, nel V secolo dopo Cristo, intuì che i pianeti compiono un'ellissi intorno al sole. Qualche anno più tardi, nel 1600 ci sarebbe arrivato anche un uomo, Keplero. Ma torniamo ad Alessandria d’Egitto, dove Ipazia tiene le sue lezioni in cui si fondono filosofia platonica e scienze matematiche appunto nell'agorà. E intanto fuori dalle aule immacolate della biblioteca alessandrina il mondo sta cambiando, l'impero romano sta assimilando il cristianesimo e i decreti teodosiani, sollecitati pesantemente dal vescovo Teofilo, contribuiscono ad alimentare il fuoco dello scontro fra culture vietando la pratica di culti pagani. Sotto lo stesso cielo devono coabitare ebrei, irrimediamilmente marchiati come "assassini del cristo", elleni, ultimo avamposto di una cultura che viene gradualmente soffocata e parabolani, confraternita cristiana che dimentica facilmente il perdono. Ed ecco il rivolgimento di campo, noi non siamo i buoni,affatto. Da sempre dipinti al cinema come quiete masse di martiri, i cristiani raccontati da Amenabar si rivelano la più spregevole razza di fanatici religiosi, precursori dei talebani, perennemente incappuciati in sacchi neri e portatori di devastazione. La ragion di stato e l'opportunismo fanno la loro parte ed ecco che il prefetto Oreste, già allievo di Ipazia, si converte o meglio si adegua al culto della nuova maggioranza abbandonando di fatto al loro destino gli elleni. In questo scenario i simboli della cultura platonica devono essere distrutti, la figlia del rettore della Biblioteca e la biblioteca stessa, andranno incontro alla stessa atroce fine. La Biblioteca che conservava la summa del sapere viene data alle fiamme, Ipazia, come riporta lo storico della Chiesa Socrate Scolastico, viene aggredita da un gruppo di cristiani «dall'animo surriscaldato, guidati da un lettore di nome Pietro, si misero d'accordo e si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli." Le guerre che siano sante o no immancabilmente passano sul corpo delle donne, chiamandole streghe o altro, ma sempre con lo stesso risultato.
E' bravo il regista a riscoprire nella storia l'insegnamento e il monito contro ogni fanatismo, che riesce a trasformare anche la più compassionevole delle confessioni in una morsa di crudeltà e ignoranza. Indubbiamente è dura da digerire la visione che Amenabar ha della chiesa cattolica, ma al di la delle facili semplificazioni e dei trucchi cinematografici (i cattivi cristiani sono immancabilmente vestiti di nero) è meritorio il cinema che ha il coraggio di opporsi alla consuetudine.
Peccato che i reali meriti di Ipazia, che ha il viso di una Rachel Weisz visibilmente commossa, rimangano a margine della narrazione, ma d'altra parte al regista non interessa farne una biografia da kolossal. Agorà vuole dire radunare, raccogliere ed è in questo spirito che va letta la pellicola, un racconto corale e collettivo.
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AGORA |
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Titolo originale |
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Agora |
Nazione |
Spagna, Stati Uniti - 2009 |
Genere |
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Storico |
Durata |
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141 minuti |
Regia |
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Alejandro Amenabar |
Cast |
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Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Ashraf Barhom, Michael Lonsdale, Rupert Evans, Richard Durden, Sami Samir, Manuel Cauchi, Yousef "Joe" Sweid, Paul Barnes, Christopher Dingli |
Trama |
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Alessandria d'Egitto. Siamo nella metà del IV secolo dopo cristo e cristiani, pagani ed ebrei riescono a convivere anche se in un equilibrio sempre più precario. La città é un rinomato centro per la ricerca scientifica ed é ricco di personaggi di comprovata intelligenza, tra i quali spicca Ipazia, filosofa e figlia a sua volta di un filosofo e geometra. La donna é molto affascinante e la sua cultura unita alla sua bellezza fanno perdere la testa al suo schiavo Davus, che dovrà scegliere tra la sua passione per la donna e la possibilità di diventare un uomo libero unendosi ai cristiani. |
Distribuzione |
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Mikado |
web |
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http://www.agoralapelicula.com/
http://agora.mikado.it/ |
trailer |
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