Macro, sotto la direzione di Luca Massimo Barbero, promette di allarga la sua proposta espositiva, utilizzando ogni spazio della struttura, in attesa del completamento del restyling e dell’ampliamento della struttura di via Reggio Emilia, con gli attigui locali del “nuovo Macro”, oltre alla piena funzionalità di Macro Future al Testaccio, guardando ad ogni aspetto espressivo, come dimostra la recente mostra dedicata a Zavattini, e offrendo all’ambito italiano una maggior attenzione, come avvalora le quattro delle sette mostre attualmente allestite. Nella hall del Museo svetta la visionaria torre di Enzo Cucchi, composta da tre forme cilindriche sovrapposte in metallo praticabili dal visitatore, il quale è invitato ad entrarvi per scoprire l’universo di immagini in esse racchiuso, fatto di presenze antropomorfiche e volumi sospesi (teste, teschi, agglomerati di pittura, sfere sottili), che risuonano come un contrappunto al contempo emotivo e visivo: un “costume interiore” appunto. La mostra dedicata alle fotografie che Oscar Savio ha realizzato in bianco e nero, trovando ispirazione nell’architettura, è un omaggio a cinque anni dalla scomparsa del fotografo a Roma. Le immagini esposte appartengono alla Sezione Architettura del Fondo Savio, acquistato dal Centro nel corso degli anni ’80 e costituito in gran parte da foto di opere d’arte contemporanea e da una significativa sezione di immagini di architettura moderna. Una complessa e minuziosa ricerca che, partendo da un eterogeneo gruppo di immagini di opere architettoniche ne ha identificato i soggetti, individuato gli architetti, digitalizzato le immagini e catalogato le foto, restituendo alla Sezione ordine e coerenza e ottimizzandone la consultabilità.
La terza iniziativa offre due letture dell’effervescenza culturale romana nella rilettura di due momenti centrali nella storia dell’arte contemporanea: Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 - che trasformò nel 1970 il Palazzo delle Esposizioni in un gigantesco contenitore multimediale - e Contemporanea - la rassegna interdisciplinare internazionale che, con una scelta tra l’incredibile e il meraviglioso, inaugurò nel 1973 il grande parcheggio sotterraneo di Villa Borghese, entrambe legate all’attività di Graziella Lonardi Buontempo la cui passione ha dato vita ad una nuova visione della cultura.
A completare il panorama, la mostra che vede Valentino Diego e Pietro Ruffo a dividersi lo spazio. Un’iniziativa per aprire al lavoro di giovani artisti e curatori, in questa occasione Sabrina Vedovotto e Ilaria Marottae, della scena romana, trasformando una stanza del museo in un appartamento “artistico” in cui convivono identità diverse (Roommates/Coinquilini).
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