Un vecchio notaio viene trovato morto nel suo studio: un infarto, certamente. Ma come mai, allora, poco prima di morire, aveva chiamato il questore, il vescovo e il sindaco dicendo di temere per la propria vita?
Come mai sua moglie e i suoi due figli vivono ormai da molti anni al piano di sopra della grande villa, senza scambiare con lui una parola? C’è qualcuno che ricatta sua moglie? E per che cosa?
Ricostruire i vecchi segreti di famiglia richiederà un lungo e complicato viaggio nei segreti di un intero paese.
È possibile trasportare Camilleri dalla Sicilia a Forlì, mescolarlo con molto Don Camillo e un po’ di Agatha Christie, e tirarne fuori un racconto fitto di personaggi, complicato, frenetico e divertente? Questa è la ricetta di questo piacevole piccolo romanzo di un grande ginecologo, un romanzo breve che cattura un mondo di provincia che può risultare addirittura esotico per chi vive in una grande città. Luoghi dove tutti conoscono tutti e sanno tutto di tutti, ognuno intrecciato a tutti gli altri per legami di parentela, amicizia, e perché no, attraverso relazioni amorose più o meno clandestine. Commedia e tragedia vanno a braccetto in ogni riga, sotto lo sguardo scanzonato dell’autore, e quello che traspare da tutto è un amore sconfinato per la propria terra, per la propria gente. Gente dal carattere forte, sanguigna, rissosa, generosa, amante del cibo, dell’amore, della vita.
Una Romagna, ma forse un’Italia, che credevamo non esistesse più, ma che invece, forse, esiste ancora. Un libro che, sottilmente, aiuta a capire come mai questo Paese che sembra sempre tentennare sotto la scossa dei suoi problemi, riesce ancora nonostante tutto a tirare avanti, sostenuto dalla caparbietà, dall’energia, dalla testardaggine, dall’ironia e dalla gioia di vivere di questa e altre sue genti.
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