La mostra, ideata per celebrare il IV centenario della morte del grande artista, è un’ennesima “nuova” rilettura, secondo un'ottica radicalmente innovativa e aggiornata, dell’opera del celeberrimo “genio lombardo”. Il ricorso alle fonti letterarie e ad un’immensa mole di materiale documentario, hanno permesso una severa indagine critica dei dipinti, la loro esatta collocazione cronologica, la provenienza e sistemazione originaria, così come quella successiva attraverso l'individuazione dei diversi passaggi di proprietà. Altri documenti, riguardanti i collegamenti, la relazione tra Caravaggio e i suoi committenti, così come con le personalità più significative del suo tempo, hanno condotto a un analisi approfondita sul piano culturale del pittore e sulle valenze intrinseche della sua complessa opera. La scelta di privilegiare l'autografia sicura dei dipinti ha indotto a escludere la produzione variamente riferita alla sua “bottega” - tenendo sempre presente quanto il termine sia improprio quando si parla del metodo di lavoro del maestro lombardo -, così come sono state poste a margine, ma sarebbe meglio dire che sono state lasciate momentaneamente in sospeso, le “ulteriori versioni” e le questioni su cui la critica si è più volte confrontata, continuando probabilmente a farlo usque ad infinitum con pareri non sempre concordi.
In questa overdose di caravaggismo, tra Caravaggio e Caravaggeschi, a Palazzo Pitti e agli Uffizi di Firenze, sarà allestito (maggio a ottobre 2010) un percorso di un centinaio di opere di seguaci toscani del Merisi, appartenuti ai Medici, insieme a quelle del pittore conservate nelle gallerie fiorentine. Mentre a Genova (Villa del Principe) sarà di scena, è dalla tela “Fuga in Egitto” di Caravaggio che prende spunto (marzo – settembre 2010) per la mostra di un’ottantina di dipinti di pittura di paesaggio, tutti tratti dalle Collezioni delle diverse dimore dei Doria Pamphilj, molti dei quali inediti.
Poi ci sono i libri come quello di Francesca Cappelletti (Electa, pagg. 256, ill. 160, euro 90), i convegni e le conferenze. Una sovraesposizione che rende il genio del Caravaggio, come quello di Artemisia Gentileschi e di Gerard van Honthorst, noto anche come Gherardo delle Notti, antipatici, con il loro intingere il pennello nella luce per svelare la realtà.
|
|
|