Sessantaquattro opere come “pallino” l’uovo, una sorpresa “pasquale”, per una mostra che raccoglie numerosi artisti, tra “storici” e giovani, tra celebri e meno, per prendere parte ad una collettiva. Per uno spaccato di racconti ellittici, tondi, ovali, uno sull’altro all’interno dell’importante collezione archeologica delle Scuderie Aldobrandini, si confrontano con la forma “perfetta”. Molti gli artisti presenti (Laura Abate, Carla Accardi, Claudio Adami, Giovanni Albanese, Luis Alberto Alvarez, Bruno Aller, Paolo Assenza, Giampaolo Atzeni, Nicole Auè, Emanuele Beltramini, Giuseppe Berg Bertolini, Vincenzo Cangiano, Lucilla Catania, Bruno Ceccobelli, Ottavio Celestino, David Colantoni, Elisabetta Conte, Gianni Cortellessa, Pietro De Filippi, Valerio De Filippis, Gianni Dessì, Marco Fedele di Catrano, Mauro Di Silvestre, Thalassini Douma, Olga Dubatova, Andrea D’Aguanno, Leonardo D’Amico, Stefano Esposito, Giovanni di Carpegna Falconieri, Sergio Fasciani, Giorgia Fincato, Rodolfo Fiorenza, Salvo Fleres, Ileana Florescu, Rossella Fumasoni, Nino Giammarco, Ragnar Janer Lovatelli, Jannis Kounellis, Francesco Landolfi, Felice Levini, H.H. Lim, Adele Lotito, Alessia Massimi, Patrizia Molinari, Nunzio, Luigi Ontani, Claudio Parmiggiani, Giangaetano Patanè, Daniela Perego, Roberto Petitti, Piero Pizzi Cannella, Oliviero Rainaldi, Cloti Ricciardi, Patrizia Riccioli, Massimo Rizzuto, Pietro Ruffo / Nicolaj Pennestri, Antonio Russo, Barbara Salvucci, Maurizio Savini, Susana Serpas Soriano, Domenico Silvestrone, Flavio Tiberio Petricca, Marco Tirelli, Sergio Tumminello, Domenico Ventura) e altri esclusi, ma quello che salta all’occhio è l’assenza di Alberto Gasparri che dell’ellitticità, della forma dell’uovo, ha caratterizzato un periodo importante della sua creatività con la performance degli Ovoidi, negli anni ’70, sulla scalinata del Metropolitan Museum of Art di New York.