“Bastardi senza gloria”:
la vendetta e' un piatto che va servito… in una sala cinematografica

Siamo in Francia ed è il primo anno dell’occupazione tedesca.
Il colonnello nazista Hans Landa – “il cacciatore di ebrei” interpretato dal bravo, ma poco conosciuto attore austriaco Christoph Waltz – stermina l'ultima famiglia ebrea sopravvissuta in un paesino di campagna.
Muoiono tutti tranne la giovane Shosanna Dreyfus, che, dopo aver assistito al brutale massacro dei suoi familiari, riesce miracolosamente a scappare e a rifugiarsi in Francia. Qui cambia identità, matura un forte desiderio di vendetta nei confronti dei nazisti e diventa proprietaria di una sala cinematografica, luogo che rappresenta il cuore del film.
Un cuore che pulsa violentemente, colmo d’odio e di rancore. Sentimenti che accomunano Shosanna ai “Bastardi”, una squadra di soldati ebreo-americani, capeggiata dal tenente Aldo Raine – uno strafottente, ironico e sadico Brad Pitt –, che ha un compito preciso: uccidere ogni soldato tedesco che incontrano prendendone lo scalpo.
Quale miglior occasione per una vendetta sui nazisti se non la première di un film di propaganda bellica sulle glorie della Germania e sugli gli eroi di razza ariana dal titolo “Orgoglio della nazione” (un film nel film, diretto in realtà da Eli Roth e interpretato da Bo Svenson)? Nessuna, dal momento che gli “illustri” spettatori di questa proiezione cinematografica sono nientemeno che i principali gerarchi nazisti e lo stesso Hitler.
Il piano di vendetta privata architettato da Shosanna e l'operazione Kino portata avanti con spietatezza dai “Bastardi” si intrecciano inconsapevolmente dando vita ad un finale esplosivo e spettacolare, carico di azione e di allusioni al cinema internazionale, con particolare riferimento a “Quel maledetto treno blindato”, film bellico del 1978 tanto amato da Tarantino, diretto dal regista italiano Enzo Castellari e uscito nelle sale USA con il titolo di “The Inglorious Bastards”.
Tanti sono gli omaggi che Tarantino rende al nostro regista, considerato da molti il più americano dei registi italiani. Parte dal titolo del film, “Inglourious Basterds” per passare poi al nome di copertura del tenente Aldo Raine che, fingendosi italiano, dice di chiamarsi Enzo Girolami, vero nome del regista Enzo Castellari. Ma il concatenarsi di omaggi e citazioni raggiunge il suo culmine con un piccolo cameo del regista italiano che interpreta un comandante nazista nelle scene finali. È proprio lui, infatti, ad apparire alle spalle di Brad Pitt mentre quest’ultimo si presenta come Enzo Girolami, accompagnato in sala dall’attrice tedesca Bridget Von Hammermark, spia degli alleati interpretata dalla bella Diane Kruger, ed è a lui che “i Bastardi” si rivolgono fieri affermando, a vendetta compiuta, “noi siamo riusciti dove Tom Cruise ha fallito”. È chiaro, qui, l’ironico e ammiccante riferimento a “Operazione Valchiria”, film in cui l'attentato al Führer fallisce, nel rispetto della storia.
Tarantino, al contrario, stravolge il reale corso degli eventi e lo fa nell’unico luogo in cui la finzione può diventare realtà, seppure solo per qualche ora: la sala cinematografica.
In questo film, travolgente, colorato, irriverente, violento ma allo stesso tempo ironico, il vero trionfatore è il cinema e i suoi molteplici generi, dal western allo storico, passando per la commedia e il gangster movie, attraversando il melodramma e il documentario.
Tarantino è tornato sul grande schermo per sorprendere il suo pubblico e ha portato a termine la sua missione, così come sono riusciti a fare i suoi “Bastardi senza gloria”.

Linda Fratoni