LA CULTURA DELL’OSTERIA
I romani hanno sempre amato le osterie; lo documentano i sonetti del Belli e le incisioni d’epoca. I viaggiatori del Grand Tour si meravigliavano che all’osteria si potessero incontrare, tra il popolino, anche gentiluomini e nobildonne, che non sdegnavano, soprattutto prima e dopo il teatro, di fermarsi a bere un goccetto. Anche se le osterie con cucina sono nel tempo diventate eleganti ristoranti, i romani e i forestieri, anche e soprattutto stranieri, non hanno mai disertato i vari tipi di ritrovi “con cucina” che nel tempo sono stati aperti. La mostra racconta la Roma del Novecento attraverso le tracce che personaggi illustri (da Mussolini a Petrolini, da Marinetti a Ungaretti, da Thomas Mann a Guglielmo Marconi, da Walt Disney a Indro Montanelli, da Monachesi a Carnera) hanno lasciato in vari locali. La mostra recupera ciò che è rimasto di arte e cultura nelle sedi della convivialità: le antiche osterie, le taverne, le trattorie e i ristoranti. Questi luoghi, deputati alla ristorazione, sono divenuti preziosissimi e misteriosi archivi che hanno conservato, per decenni, tesori nascosti di vario genere: versi mai pubblicati, fatti mai raccontati, opere d’arte mai esposte, eventi e curiosità sconosciute. Sono documenti inediti di artisti, poeti, musicisti, attori, uomini di cultura e di potere, personalità dello spettacolob. Sono dipinti, schizzi, caricature, dediche, considerazioni, poesie, fotografie, oggetti, pensieri... Tra le curiosità: le posate d’oro donate al “re delle fettuccine” Alfredo da Mary Pickford e Douglas Fairbanks; i disegni sui tovaglioli di Federico Fellini; i versi autografi di Sandro Penna.
La mostra, promossa dalla Regione Lazio, a cura di Paolo Di Giannantonio e Alessandro Nicosia, è realizzata da Comunicare Organizzando. Il catalogo, a cura di Di Giannantonio, è edito da Skira.
Stefania Severi
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