natale con i tuoi

E' difficile pensare ad un testo meno adattato/rimaneggiato/rimasticato per il cinema del 'Canto di Natale' di Dickens. Va da sè che fatalmente non possa essere l'elemento sorpresa, che è la forza del racconto su carta, il punto centrale dell'ennesima versione cinematografica della spiritata notte di Natale vissuta dall'accidioso strozzino Ebenezer Scrooge. La forza della versione firmata da Zemeckis sta tutta nella verve interpretativa di Jim Carey, a cui evidentemente il Natale ispira parecchio essendo già stato l'antierore natalizio per eccellenza, il Grinch. Versatile, plastico e in perfetto equilibrio fra ambiguità e cinismo, Carey presta le sue doti di adattamento e le sue fattezze malleabili non solo al personaggio del vecchio inaridito Scrooge, ma anche ai tre spiriti che lo vengono a visitare nella notte.

Zemeckis, che da sempre ama sperimentare al cinema, si avvale della profondità dell'effetto 3D e della tecnica Performance capture, che dopo aver debuttato in sala con 'Polar Express', in 'Beowulf' ha raggiunto il risultato migliore, almeno fino a questo 'Christmas Carol'. Grazie alla Performance capture i personaggi, ripresi da telecamere computerizzate, vengono trasformati in personaggi digitali ai quali si sposa la fisicità degli attori in carne ed ossa. Di certo il futuro per il cinema fantasy.

Al di là della spettacolarità tecnologica, Zemeckis sceglie di attenersi fedelmente al testo originale, sfuggendo alcune accortezze che addolcendo la trama renderebbero 'Il canto di Natale' un film per bambini. Quindi attenzione non è questo un film per i più piccoli e anche l'adulto più smaliziato può provare più di un brivido di fronte agli spietati spettri e all'avventura dell'avaro redento.

Claudia Patruno