LA GIUSTIZIA NON SCENDE DALLE ASTRONAVI

Un’enorme astronave aliena è venuta a fermarsi nel cielo di Johannesburg venti anni fa, e lì è rimasta in panne, sospesa nel cielo.
Al suo interno, quasi un milione di gamberoni, esseri dal corpo coperto di scaglie e dall’intelligenza torpida. Il governo, non sapendo che farne, li ha segregati in un campo di accoglienza ai bordi della città: una spaventosa bidonville. Dopo vent’anni, però, la popolazione continua a protestare e gli incidenti si susseguono, quindi il governo adesso ha deciso di spostarli in una nuova zona a duecentocinquanta chilometri da lì. Quando iniziano l’operazione, però...

Una storia allegorica e crudele alla Jonathan Swift, che costringe a riflettere sulla faticosa relazione tra i popoli. Un quadro che si riferisce in modo molto chiaro a ai tanti apartheid, alle tante minoranze segregate e oppresse nel mondo. Un film dai toni disperati, spesso toccanti, e che però non riesce nel suo insieme a distaccarsi fino in fondo dai canoni hollywoodiani ma continua a oscillare in modo non del tutto convincente tra il genere del film-denuncia e quello del film d’azione.
Sarà un gamberone-Indiana Jones che, forse, riuscirà a salvare i suoi compagni. E forse, un giorno, la vendetta tornerà dal cielo.
Ma per i popoli oppressi in ogni parte del nostro mondo, non ci sono Indiana Jones per salvarli, né tantomeno “arrivano i nostri” da altri mondi.

Marta Baiocchi