LES ITALIENS DE PARIS
Tra la fine della guerra franco-prussiana e la caduta del Secondo Impero, nel 1871, e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, 1914, si ebbe in Europa un periodo di pace, di grande progresso e di sviluppo industriale ed economico, sembrava che la scienza stesse preparando per il genere umano una sorta di età dell’oro e che bastasse poco per raggiungere la felicità; questi anni vennero definiti la “Belle Epoque” in nostalgico contrasto con il nome sinistro della Grande Guerra. Nell’Europa ricca e spensierata, almeno nei suoi ceti abbienti, la fonte a cui tutti si abbeveravano era Parigi, metropoli fascinosa e gaudente che ospitava le più avanzate mode del momento ed era un laboratorio artistico e letterario che irradiava la sua influenza in ogni angolo del mondo civile. In particolare la pittura, sia ufficiale che dell’avanguardia degli impressionisti, attirava aspiranti artisti da ogni parte e molti erano gli italiani che andavano a Parigi per imparare e confrontarsi e che in molti casi vi rimanevano stabilmente; il soggiorno francese era considerato un momento particolarmente formativo della propria arte. Tra gli Italiani di Parigi spiccano tre nomi che seppero acquistarsi una grande notorietà: Boldini, De Nittis, Zandomeneghi. Inizialmente soprattutto i primi due si prestarono a lavorare per il mercato artistico locale che secondava i gusti borghesi e sfornava paesaggi e scene di genere per lo più in costume settecentesco, in particolare si distinse il Boldini che seguiva la maniera del Fortuny. Successivamente si dedicarono a ritrarre la Parigi contemporanea dipingendo scorci paesistici, boulevards, caffè, carrozze, signore eleganti. Zandomeneghi si accostò all’impressionismo mantenendo però una sua individualità nell’uso del colore, dai suoi detrattori definito “veneziano” con tratti di realismo, a sua volta il De Nittis si caratterizzò per un suo stile accattivante, piacevole e luminoso con suggestivi chiaroscuri. Accanto ai tre grandi per periodi più o meno lunghi soggiornarono a Parigi altri pittori come Antonio Mancini e Vittorio Corcos già allievo del Morelli e poi pittore accademico nell’Italia umbertina. Negli ultimi decenni dell’800 il Boldini si specializzò in ritrattistica effigiando le protagoniste della vita mondana parigina distinguendosi per l’eccezionale abilità tecnica, per l’uso del colore, per le linee dolci, che ne fecero un maestro nell’interpretazione dell’eleganza femminile che egli riuscì addirittura a condizionare. I tre Italiens morirono a Parigi, il De Nittis giovane nel 1884, il Zandomeneghi nel 1917, il Boldini quasi novantenne nel 1932. Ma il loro mondo era scomparso travolto dagli eventi sociali ed economici seguiti alla Grande Guerra e, dal punto di vista artistico, dal sorgere delle Avanguardie che demolirono la figura, annullarono il disegno, scomposero il colore relegando nel dimenticatoio le atmosfere raffinate, eleganti, luminose del Boldini.
Per ricordare il mondo degli Italiens de Paris Dart ha organizzato nella sua sede al Chiostro del Bramante una mostra che espone novanta opere in parte provenienti da ermetiche collezioni private e in parte da raccolte pubbliche italiane e dal Musee d’Orsay. Attraverso i dipinti si riscopre il mondo della Belle Epoque, le persone, i luoghi, le atmosfere: In maggioranza i dipinti sono del Boldini ma vi sono anche opere di De Nittis e Zandomeneghi a cui Dart ha dedicato mostre nel 2004 e nel 2005; presenti anche quadri di Mancini, Corcos, De Tivoli, Signorini ed anche un Pissarro ed un Guillamin. Osservando i vari dipinti si può quasi rivivere quel periodo felice, quei decenni da età dell’oro, quella fiducia nel progresso, quella speranza nell’avvenire ed ammirare l’eleganza, il colore, la bellezza dell’opera degli Italiens de Paris.
Roberto Filippi
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