i cazzotti fanno male!
Certi ruoli valgono una carriera. E' questo il caso di Randy The Ram per Mickey Rourke, che, come l'ex campione del ring ha conosciuto la gloria e il plauso della folla negli anni ottanta per poi scivolare nell'ombra.
Ridotto in povertà, separato dalla moglie e incapace di instaurare un rapporto con una figlia che cerca disperatamente di dimenticarlo, Randy vive per la polvere di stelle, per il brivido del palco e la scarica di adrenalina del Wrestling. il destino è un appuntamento a cui non si può sfuggire e gli anni di eccessi a base di steroidi vengono a saldare il conto dopo un match al limite del grottesco - i due rivali si affrontano a colpi di spillatrice....e il sangue delle riprese non è finto - che per Randy si conclude con un infarto da cui si salverà in extremis. Costretto dai medici ad evitare sforzi e quindi a rinunciare al Wrestling, Randy cerca di inventarsi una nuova vita e un'identità da uomo normale sperando in una relazione, finita in partenza, con Cassidy, ballerina di Lap dance dal cuore d'oro, ma con troppi problemi per poter farsi carico anche delle aspettative di Randy. accetta un lavoro al banco del supermercato, dove sembra paradassolmente sproprzionato ed evidentemente inadatto al ruolo e si rimette in contatto con la figlia e per un breve e felice momento sembra riuscire a recuperare credibilità agli occhi della ragazza. Ma lo spiraglio di orizzonte è destinato a richiudersi sull'Ariete e Randy si rimette sul binario verso l'autodistruzione.
Darren Aronofsky firma un film sul significato del fallimento, insegue il suo personaggio spesso di spalle e indugia in primi piani strugenti del volto sofferente e segnato di Rourke. E' straordinaria la colonna sonora, un tuffo nel glam metal degli anni ottanta a cui si accosta la dolorosa canzone di Bruce Springsteen dedicata a Rourke/Randy. E' perfetta la sovrapposizione dell'attore al personaggio che interpreta: Rourke è the Ram.
Brava anche Marisa Tomei nel ruolo della spogliarellista non più giovane alle prese con un figlio e che non può ormai più permettersi errori da ragazzina. fuori parte la bella Rachel evan Wood, troppo carica e sull'orlo della crisi di nervi.
Quello che manca al film è il realismo nel finale, la crudeltà del pugile de "I mostri" per il quale non c'è nessuna morte gloriosa, ma l'agghiacciante normalità della sedia rotelle.
Claudia Patruno |