PIPPO DELBONO E I SUOI STRAORDINARI COMPAGNI-ATTORI “DANZANO” L’ARTE AFFILATA DELLA SINCERITA’ PER UCCIDERE “LA MENZOGNA”
Difficile raccontare un evento teatrale terribile e necessario che, pur seguendo da anni il lavoro e l’impegno di Pippo Delbono e della sua bella compagnia, ci ha colto di sorpresa,
coinvolgendoci violentemente “nel suo splendido gorgo”. Un sogno passionale di “bruciante” attualità tra lunghe pause e silenzi non meno clamorosi dell’urlo lancinante e liberatorio, violenta ricerca della ”parola” che si farà essenza e condanna.
Forse, certa umanità, sprofondata nel panico della menzogna, non reggerà l’impatto con tante folgoranti astrazioni, senza comprendere che ancora una volta, nel catartico rituale del Teatro, torna a noi l’antico Mistero della Tragedia: perfetta sintesi poetica di drammatica semplicità e rara occasione di salvezza.
Insomma, uno spettacolo coraggioso, tenero, violento e determinato che, ispirandosi al rogo mortale della Thysen Krupp di Torino, simbolo di una menzogna delittuosa che ogni giorno impunemente uccide, si fa specchio, denuncia e condanna di un inganno globale più antico:
Quella menzogna primigenia che tutto coinvolge in una ”trance”collettiva dove tutti siamo in bilico da sempre tra ragione e follia.
Ma forse è da li che passa la VERITA’, chimera fascinosa e tenera, anche se scomoda o imperfetta secondo canoni banali.
Questo e di più ci dice, nel suo ultimo lavoro, Pippo Delbono, con tanto dolore ma con la forza di chi non sa rinunciare alla speranza, e lavora caparbiamente da anni ispirato da grandi maestri, e da un gruppo di attori che con passione rafforzano, e nel loro stesso esistere, ideali irrinunciabili di giustizia e libertà.
E torna lo spettro della fabbrica assassina nel trionfo della poesia tra suspense e insoliti “colpi di scena” dove inesorabilmente, nel silenzio, tutto si copie.
E dopo l'ultima battuta, la sera della prima, al Teatro Argentina di Roma,
anche gli applausi sembrano speciali, intensi e particolari, quasi timore, da parte del pubblico numerosissimo, di incrinare un’atmosfera rara e impalpabile, forse il disagio di non saper trovare una forma di consenso diversa, più adeguata all’evento e meno formale dei soliti battimani.
Alle chiamate finali tutta la compagni, unita attorno a Pippo Delbono, attore, regista e ideatore dello spettacolo, ringrazia a lungo, con una compostezza esemplare.
Ed è allora che si nota la presenza di personaggi insoliti tra noi, eppure famigliari, tra cui Piscator, Brecht, Pasolini...
Poi, silenziosamente si va via tutti…e si riprende a pensare.
E' proprio vero che il Teatro, quando è tale, coinvolge emotivamente nello spazio senza tempo, dello spettacolo, non concedendo nulla al ragionamento o alla distrazione, per “poi” stimolare il pensiero a posteriori, magari il giorno dopo e a volte per lungo tempo.
Infatti scrivendo questa relazione affiorano fattori importanti, come il ruolo perfetto giocato dalle luci di scena, curate da Roberto John Resteghini, mentre tonano alla mente i costumi eleganti, severi e fantasiosi o semplicemente evocativi, di Antonella Cannarozzi.
E mentre si risentono le musiche importanti scelte con amore e sensibilità,
si ripensa alla scenografia, emblematica e fondamentale, firmata da Claude Santerre: ambiente praticabile e spettrale, scheletrico ed ambiguo, diverso e funzionale ad ogni scena, dentro e fuori dal quale agiscono, in perfetta armonia, attrici e attori impeccabili, smisurati e concreti o astratti ed impalpabili sempre nuovi, personali e giusti negli svariati ruoli.
Attori bravissimi che ben conosciamo dei quali e delle quali…non riusciremo mai a dire quanto ci comunicano e dunque non resta che ringraziarli chamandoli in ordine alfabetico:
Dolly Albertin,Gianluca Ballare, Raffaella Banchelli, Bobò, Antonella De Sarno, Pippo Delbono, Lucia Della Ferrera, Ilaria Distante, Claudio Gasparotto, Gustavo Giocosa, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Mister Puma, Pepe Robledo e Grazia Spinella.
Aggiungiamo che Pippo Delbono, più sottile e più attore del solito, ha sorpreso il suo pubblico con maggiori e divertite arti di seduzione.
E il giorno dopo, appare più chiara anche la portata di quella “grande menzogna” che è alla base della cosiddetta civiltà e della cosiddetta democrazia.
Menzogna tanto più clamorosa nel secolo di massime scoperte scientifiche e di apocalittiche distruzioni, quel secolo ventesimo che ha inventato tutto: perfino la bontà, i bei diritti umani…sulla “carta”.
Sarina Aletta
Lo spettacolo si replica al Teatro Argentina di Roma
soltanto fino al 22 marzo 2009. Poi…la tournèe:
24 marzo 2009, Cascina, La città del teatro
26 - 29 marzo 2009, L’Aquila, Teatro Stabile d’Abruzzo
15 - 26 aprile 2009, Napoli, Teatro Mercadante
14 - 16 maggio 2009, Lisbona, Centro Teatrale di Belem
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