ISTANTANEE DALLA MENTE DI UN GENIO
Nel 1944, nove anni prima della scoperta della struttura del DNA, Erwin Schrödinger, uno dei massimi fisici dell’epoca, esponeva in un breve libretto alcune considerazioni sulla struttura delle molecole biologiche e sulla possibile natura dell’informazione genetica, in un linguaggio estremamente semplificato e rivolto ad un pubblico di non esperti.
Questo breve libro ebbe un’immediata diffusione, a causa del fascino e della novità delle ipotesi esposte, e della lingua piana e comprensibile. Pochi anni dopo, nel 1953, James Watson e Francis Crick pubblicavano su Nature la struttura del DNA: questa struttura rispondeva perfettamente a tutte le previsioni formulate da Schrödinger dieci anni prima.
Non si tratta di divinazione, naturalmente, né della palla di cristallo per prevedre il futuro: semplicemente, si tratta delle conclusioni che una mente brillante seppe trarre dalle nuove scoperte della fisica di quegli anni.
Nel suo libro “Come scoprimmo la doppia elica” del 1968 (un altro libro che un appassionato non dovrebbe perdere) James Watson non manca di riconoscere il suo debito: ”Una delle ragioni che avevano spinto [Francis Crick] a lasciare la fisica e a dedicarsi alla biologia, era stata la lettura, nel 1946, di “Che cos’è la vita” di E. Schrödinger.
Non soltanto uomo di scienza, ma anche eccellente scrittore, Schrödinger segue passo passo un ragionamento che ha la bellezza luminosa che hanno le idee semplici e nuove. Dopo sessant’anni e più, questo libro mantiene intatta la sua potente suggestione: un’istantanea stupefacente del pensiero umano mentre cattura una grande idea.
“Noi percepiamo chiaramente che soltanto ora incominciamo a raccogliere materiale attendibile per saldare insieme, in un unico complesso, la somma di tutte le nostre conoscenze, ma, d’altro lato, è diventato quasi impossibile per una sola mente il dominare più di un piccolo settore specializzato di tutto ciò. Io non so vedere altra via d’uscita a questo dilemma (a meno di non rinunciare per sempre al nostro scopo) all’infuori di quella che qualcuno di noi si avventuri a tentare una sintesi di fatti e teorie, pur con una conoscenza di seconda mano e incompleta di alcune di esse, e a correre il rischio di farsi rider dietro. Tutto ciò a mia difesa.” scrive Schrödinger nella prefazione. La modestia del grande fisico, che aveva all’epoca ottenuto il premio Nobel da più di dieci anni, è un altro degli aspetti affascinanti della sua scrittura.
Questo è un libro che nessuno che sia appassionato di scienza, o che sia interessato al modo di procedere del pensiero scientifico, può mancare di leggere.
Marta Baiocchi
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Descrizione: |
Agli inizi degli anni Quaranta, Schrondinger è un fisico teorico tra i più illustri. Insignito nel 1933 del premio Nobel, insegna presso l'Institue for Advanced Studies di Dublino, dove elabora una trattazione illuminante e anticipatrice di un problema cruciale: dare una spiegazione fisica del fenomeno della vita. |