Mediterranea

il giustiziere

Walt Kowalski è la summa del Middle West americano, operaio della Ford in pensione e reduce della guerra in Corea, vive nella più classica casa unifamiliare medio borghese in una periferia urbana ormai colonizzata da una comunità asiatica che detesta - non - cordialmente. Rimasto vedovo passa le sue giornate in compagnia della sua "ragazza", Daisy un labrador dal muso dolcissimo, bevendo lattine di birra seduto nel portico, saettando occhiate velenose ampiamente ricambiate alla vicina e dedicandosi alla cura della sua preziosa Ford Gran Torino. Suo unico amico, se così si può definire, è il barbiere italoamericano con cui ingaggia duelli verbali all'ultimo sangue. Non gli sono di alcun conforto i due figli, per i quali il padre è un "male necessario" e tantomeno i nipoti, adolescenti ridacchianti e imbelli ansiosi di impadronirsi della sua amata Ford. A complicargli ulteriormente la vita ed aumentare la sua astiosità verso la diversità intesa come non-America ci si mette pure il parroco, che Walt definisce con sublime perfidia "un ventisettenne vergine che tiene la mano alle vecchiette" e la presenza nella casa confinate alla sua di una famiglia "di musi gialli". Il razzismo inveterato del signor Kowalski è brutale e rozzo al punto che quasi nessuno se ne turba più che tanto e d'altra parte la realtà è che Walt è anziano e il mondo lentamente, ma inesorabilmente lo esclude. La vita, o forse il destino, ama i paradossi e proprio la durezza di Walt che lo spinge a vivere in solitudine lo avvicina alla famiglia vietnamita e in particolare a Sue e Thao, coetanei dei suoi nipoti, ma a differenza di questi dignitosi e fieri delle loro origini al punto che nella loro condotta Walt ritrova gli stessi valori che imputava ad un'America sparita.
Ha tutti i tratti del film epico questo Gran Torino con cui Eastwood torna al cinema con un ruolo da protagonista oltre che regista e nella "piccola storia" del signor Kowalsky (nome che rimanda allo Stanley Kowalsky interpretato da Marlon Brando in "Un tram che si chiama desiderio") tutti possiamo identificarci, svelare le nostre pochezze, i nostri pregiudizzi e soprattutto capire - ed accettare - che il rispetto non passa per grandi discorsi e non si risolve nulla con la purezza astratta degli ideali, ma con la fatica della spaventosa normalità del quotidiano.Non c'è teoria nel quartiere devastato da bulli armati che passano - per meglio dire perdono - le giornate a battere il territorio in macchina attacando i più deboli. Non c'è teoria neppure nei toni asciutti di Walt, ma solo la pratica di vita e la fatica nel voler credere in un senso di civiltà che "l'evoluto" mondo Occidentale nel migliore dei casi ignora e nel peggiore rovescia esaltando il peggio.
In questo senso la lettura di Gran Torino supera il tema dell'integrazione che pure è il primo motu della pellicola, come l'eutanasia lo era per Million Dollar Baby, e si trasforma in una lezione di vita. Eastwood è straordinario nel rendere semplice e comprensibile tutto questo e con una umanità non comune crea un personaggio complesso senza scadere nello stereotipo pur rispettandone tutti i canoni.
Assolutamente da vedere!

Claudia Patruno

GRAN TORINO
Titolo originale
Gran Torino
Nazione
USA 2008
Genere
Drammatico
Durata
116 min.
Regia
Clint Eastwood
Cast

Clint Eastwood, Christopher Carley, Bee Vang, Ahney Her, Brian Haley, Geraldine Hughes, Dreama Walker, Brian Howe, John Carroll Lynch, William Hill, Scott Eastwood

Trama

Quando il giovane Thao, per rimediare ad un maldestro tentativo di furto della Gran Torino che lui stesso ha montato alla Catena della Ford, gli viene "regalato" per una settimana il vecchio Walt Kowalsky, veterano della Corea, pensa a una nemesi. Vedovo e animato da ogni genere di rancore si vede costretto ad una coabitazione coatta con una famiglia, appunto, coreana.

web

www.thegrantorino.com/

RC- 3 - Anno III 4 marzo 2009

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