INEVITABILMENTE DIFFERENTI
Exactitude, in inglese, significa esattezza, ma in questo caso si tratta di un gioco di parole tra i termini "exact" e "attitude" - stesso atteggiamento, stessa posa - che i due artisti olandesi Ari Versluis ed Ellie Ulyttenbroek hanno scelto come titolo per il loro progetto.
Si tratta di una serie di ritratti fotografici multipli, 112 pannelli in tutto di 12 ritratti ciascuno, micro raccolte tematiche per luogo e tempo in cui i soggetti, con pose identiche ed uno specifico codice di abbigliamento, sono posti nella stessa cornice a sfondo bianco.
Ispirati all'ambiente multiculturale di città come Rotterdam, Parigi, New York, Rio de Janeiro, Casablanca, Pechino e da sempre interessati alle tendenze, gli artisti hanno realizzato un vero e proprio archivio antropologico che documenta i tentativi fatti dalle persone di distinguere se stessi dagli altri, per poi assumere identità di gruppo specifiche.
L'abito non fa il monaco, si dice, ma è evidente che uno dei principali canali di espressione della propria appartenenza, o del proprio rifiuto di appartenere ad un determinato gruppo sia proprio l'abbigliamento, il look.
Alle teste rasate dei Gabber rispondono i "capelloni" dei Reli - Rockers, alle sciarpe calcistiche dei Supporters i pizzi dark delle Goullies, alle giacche e alle pettinature ordinate dei Brandies le felpe e i piercing degli Ecopunk. E così via. Un'infinità di stili e sottostili, di mode e voghe più o meno conosciute. Alcune portatrici di significati e di idee, altre di nulla.
Ma la catalogazione non si ferma alle tribù urbane: macellai di Rotterdam in grembiule, teenagers musulmane parigine velate, anziani e bambini di Rio a torso nudo, studenti di Pechino in tuta, turiste giapponesi, viaggiatori zaino in spalla sfilano insieme a pensionati, vicini di casa, nonni, buttafuori e giovani padri.
Donne e uomini "ordinari" che normalmente animerebbero la massa incolore, la folla confusa della moltitudine sconosciuta, trovano qua il proprio posto, la propria categoria. Ed è proprio questo l'aspetto più interessante del progetto di Versluis ed Ulyttenbroek: chiunque visiti Exactitudes si divertirà a cercare, tra la miriade di affinità e di sottili differenze, il suo gruppo di appartenenza, scoprendo poi come uno stesso stile possa accomunare migliaia di persone di differenti lingue e culture.
“Siamo tutti diversi, come chiunque altro”, come ci tiene a ricordare Ari Versluis.
David Chierchini
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