DUE SOLUZIONI PER UNA CRISI |
|
Consumo e risparmio sono le possibilità che attualmente vengono offerte, da politici ed economisti, per uscire da una crisi ritenuta globale. Due strade apparentemente opposte, ma che hanno mille sfaccettature.
Semplificando si confronta due schieramenti: quello anglo-americano, favorevole ad un notevole impegno finanziario, e quello franco-tedesco, disponibile per degli interventi contenuti e soprattutto parsimoniosi nell’elargire a banche e industrie soldi a fondo perduto.
Una contrapposizione chiara all’interno dell’Occidente che si diversifica ulteriormente nelle posizioni di chi è disposto a salvare dalla bancarotta società sperperatrici, se smetteranno di elargire stipendi e premi esorbitanti ai suoi dirigenti, ma soprattutto se rivolte ad una crescita sostenibile e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Una strada intrapresa dall’America di Obama, ma da tempo percorsa dal Portogallo, con l'ambizioso obiettivo di tagliare drasticamente, entro il 2020, la sua dipendenza dai combustibili fossili e inquinanti, realizzando parchi eolici e fotovoltaica, oltre a sperimentare lo sfruttamento dell’energia dalle onde del mare, per diventare uno dei leader mondiali nel settore delle energie “verdi”.
La Commissione europea, sensibile alle problematiche ambientali, ha promosso premio «Capitale verde europea», per incoraggiare le città a migliorare la qualità della vita urbana.
Tra la straboccante presenza nordica è Stoccolma e Amburgo, rispettivamente Capitale verde europea nel 2010 e del 2011, ad essere le prime vincitrici, su 35 città candidatesi, nessuna italiana, dimostrando un particolare impegno in fatto di sostenibilità e tutela ambientale, prefiggendosi di liberarsi totalmente dalla dipendenza dai combustibili fossili entro il 2050.
Un impegno sempre più evidente nella strutturazione delle città nordiche, povere di giorni solari, rivolto al recupero di zone industriali abbandonate e all’autosufficienza energetica di nuclei abitativi, come la realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti per la produzione elettrica.
Quartieri serviti da mezzi pubblici, scoraggiando l’utilizzo del trasporto privato, sovvenzionando impianti fotovoltaici su edifici pubblici e privati. Impianti che non prospettano solo il risparmio energetico, ma l’adozione dell’elettricità come unica fonte energetica sia per l’illuminazione come per il riscaldamento, oltre ad utilizzarla per gli elettrodomestici della cucina, evitando forniture di gas per prevenendo possibili esplosioni.
La rivoluzione verde, annunciata dal presidente statunitense, può essere accelerata dal basso, superando la politica, investendo sulla diffusione capillare del fotovoltaico. Si spende per risparmiare, realizzando tante piccole e medie centrali elettriche dall’energia rinnovabile, impegnando il privato e il pubblico, installando su case come su complessi industriali, sugli edifici dell’amministrazione pubblica e nei centri commerciali. Spese facilmente sostenibili, come dimostra la scelta fatta a Botticino Sera, nella provincia ad est di Brescia, dal supermercato della catena Simply Sma o dall’Amministrazione comunale di Albinea (Reggio Emilia), realizzando una Biblioteca ecologica
L’assioma esistenziale racchiuso da Cartesio in – Penso, quindi sono –, è stato ironicamente attualizzato da Zygmunt Bauman nel libro – Consumo dunque sono –, ponendo il problema del consumismo quotidiano senza pensare, senza accorgerci che – il consumo sta consumando – noi e la sostanza del nostro desiderio. Anche gli altri esseri non pensanti di questa terra consumano, ma gli umani dei paesi industrializzati sono ingordi. Insaziabili macchine che spargono imballaggi di ogni genere non solo nei loro spazi, ma anche quelli di popoli che sfidano ogni giorno la sete e la fame.
Questi sono gli umani di gran parte delle nazioni industrializzate. Governanti e popoli dalla vista corta, come ammonisce il libro-conversazione di Tommaso Padoa Schioppa con Beda Romano – La veduta corta –, che scelgono la realizzazione di grandi opere come ponti sospesi e centrali nucleari in zone sismiche, per uscire da una crisi mondialista per la Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, mentre globalista Barack Obama e Gordon Brown, come ha dichiarato il sociologo Ralf Dahrendorf in occasione del vertice dei G20 di Londra, spiegando che cambiamento climatico è un problema globale che non può avere risposte nazionali, mentre la crisi può trovare solo una risposte nazionale.
I cambiamenti climatici possono essere affrontati solo di comune accordo tra stati, mentre la crisi economica è molteplice, quanti sono gli stati coinvolti.
Una voracità che rende miopi alla possibilità di superare le crisi, non solo economiche, ma anche quelle energetica e alimentare, attraverso numerosi interventi localizzati, prendendo spunto dalla sapienza popolare cinese che consiglia di dare una canna da pesca e non il pesce a chi ha fame.
Invertire la tendenza vorace dell’umanità con uno stile di vita sobrio, in rispetto di chi non ha nulla. Essere morigerati per non trovarsi soffocati dai rifiuti, sfruttando tutte le agevolazioni –potrebbe ritenersi d’aiuto il libro di Jacopo Fo (ed. Dario Flaccovio, euro 13,00) o il Cd realizzato da Mottura e Del Corno, con 26 progetti (ed. Maggioli, euro 30,00) – per creare un fotovoltaico individuale e più immediato, senza aspettare gli anni che servirebbero per individuare i fondi e i luoghi adatti per edificare le centrali nucleari, evitando di sollevare le ire dei residenti, oltre a creare molti più posti di lavoro, senza danneggiare la Terra.
Il fotovoltaico diffuso ha un impatto ambientale molto minore che grandi centrali e non impegnerebbe grandi superfici di terreno. È una risposta immediata alle esigenze ambientali ed energetiche che permetterà anche di non aspettare una diecina di anni per mettere in funzione una o due costosissime centrali nucleari, quando dovremmo aver già raggiunto con il resto dell’Europa l’impegno del 20x20 (20% di emissioni di anidride carbonica entro il 2020).
Un impegno ritenuto fondamentale dall’associazione VentiVenti, nata su ispirazione di Dario Esposito, aprendo uno spazio di confronto in Rete, con il sito http://www.ventiventi.it/, alla ricerca di soluzioni pratiche per la gestione dei problemi legati all’attuale modello di sviluppo, contribuendo alla discussione sulla meta fissata dall’Unione Europea, per dare una svolta decisiva alle proprie politiche energetiche e ambientali.
Uno spiraglio italiano all’ecosostenibilità e verso il fotovoltaico è la joint venture varata dall’Enel con la giapponese Sharp, per realizzare in Sicilia, vicino Catania, uno stabilimento per lo sfruttamento del sole per la produzione di energia. Una cooperazione che non si limiterà alla produzione di pannelli, ma anche alla realizzazione di una centrale fotovoltaica.
Più fantasioso, ma sicuramente di grande effetto, è l’accordo bilaterale sottoscritto dall’Italia e l’Australia a Siracusa, nell’ambito del vertice dei G8 per l’ambiente, per aderire agli studi per il processo tecnologico che consente la cattura e lo stoccaggio del Co2 presente nei fumi generati dalla combustione industriale.
g.l.
|