SILENZIO AGRAVITAZIONALE
“Arte e musica”, in questo incontro problematico e seduttivo, nella relazione tra arte dello spazio ed arte del tempo, proposto come tema della primaverile ARGAM 2009, si colloca la mostra “Sante Monachesi: silenzio agravitazionale”, proposta da Carla Gugi, Art Director della galleria. Il rimando all’elemento musicale è qui criptico in quanto si tratta, paradossalmente, della musica del silenzio, rintracciabile nelle principali tappe del pensiero di Monachesi: l’“Astralismo” (1959), l’“Istantaneismo, dallo spazio cosmico ai silenzi dell’istantaneità” (1961) e il “Movimento Agravitazionale” poi “Agrà” (1964). Sante Monachesi (Macerata 1910-Roma 1991) è quanto mai attuale non solo perché si celebra il centenario del Futurismo al quale egli ha aderito, ma anche perché rappresenta ancor oggi un esempio di personalità artistica aperta sul futuro. L’universo Agrà, da lui profetizzato, è contraddistinto dalla leggerezza e dal senso più ampio della libertà, nell’invito a seguire il pensiero di Sant’Agostino a sottrarre l’anima dal rumore per cercare le vie del silenzio che portano all’unità. Vate di un futuro radioso e leggero, torna Monachesi in Via Margutta, che tanto ha frequentato, a sorriderci dalle sue evelpiuma, dalle sue clownesses, dai suoi muri e dai suoi fiori.
Monachesi, giovanissimo si accosta al Futurismo con le strutture “spiraliche” e “diagonali” in pittura e scultura, nasce la sua personalissima “extra plastica futurista”. Nel 1932 fonda con Bruno Tano e altri il “Gruppo Futurista Umberto Boccioni. Movimento Futurista delle Marche”. E’ l’inizio di un intenso ritmo espositivo che lo vede partecipare alle principali manifestazioni del terzo decennio. Marinetti scrive di lui: «…si distingue per forti qualità plastiche e per un senso di astrazione calda e commossa». Si intensifica la sua attività espositiva, sia in Italia che all’estero. E’ all’Esposizione Universale di Parigi, all’Esposizione della Art Department della Columbia University di New York, alla XXI Biennale di Venezia, alla III Quadriennale di Roma. Dopo l’esperienza futurista proietta la sua ricerca nella elaborazione di una poetica figurativa attraverso larghi piani cromatici e sintetiche profilature, che caratterizzano la sua pittura degli anni ’40 e ’50. Sono di questo periodo i temi ispirati al suo soggiorno a Parigi nel dopoguerra: Muri ciechi, Parigi, Fiori, Clownesses. Diviene docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Sempre interessato alla ricerca, disponibile a nuove avventure estetiche e ispirato dai nuovi materiali plastici, realizza negli anni ’60 sculture in gommapiuma ed in polimetilmetacrilato. In sintonia con le nuove scoperte sulla materia e sull’energia e con la conquista dello spazio, fonda nel 1964 il movimento “Agravitazionale” e stila il primo manifesto “Agra”. L’utopia del movimento diventa espressione estetica e si concretizza nella levità delle forme con le opere Evelpiuma. L’universo Agrà è presentato a Parigi nella Cappella della Sorbona (1979). Fino agli ultimi anni continua la sua ricerca di scultore e pittore nella definizione di nuovi orizzonti per l’arte.
Stefania Severi
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