I DIRITTI IMPRESCINDIBILI DEL LETTORE
“Se […] il piacere di leggere è andato perduto (se, come diciamo: mio figlio, mia figlia, i giovani non amano leggere) non si è perduto molto lontano. Appena smarrito. Facile da ritrovare. Ma bisogna sapere lungo quali sentieri cercarlo…” Così scrive Daniel Pennac nel suo Come un romanzo, un saggio che affronta il tema della lettura e, più in particolare, della disaffezione dei giovani nei confronti del libro, troppo spesso considerato “un UFO […] un oggetto misteriosissimo […]. Un ‘corpo estraneo’, dotato di tutti i poteri e carico di tutti i pericoli…”.
Questo viaggio negli abissi della non-lettura ha inizio nella cameretta di un ragazzo alle prese con l’obbligo – o, come scrive Pennac, con “l’imperativo” – del leggere: “Sali in camera tua e leggi! Risultato? Niente. Si è addormentato sul libro.”
Da questa immagine, sconfortante ma allo stesso tempo divertente, – chi non ha mai avuto la tentazione di addormentarsi su un libro scagli la prima pietra! – prende avvio una riflessione sempre acuta, ironica e mai banale che, lontana dalla facile tentazione di colpevolizzare i giovani, procede alla ricerca delle ragioni che possono indurre ognuno di noi a non amare la lettura.
Paradossalmente, secondo Pennac, i principali “oppositori” del libro non sono né le televisioni, né i videogame, né tantomeno i cosiddetti tempi moderni, bensì quegli stessi adulti che, presi dal desiderio di essere eccellenti “pedagoghi”, obbligano i giovani a leggere, a capire tutto ciò che leggono, a commentare tutto ciò che capiscono… “Santo Dio, non è possibile che questo bambino non abbia capito il contenuto di quindici righe! Non sono poi la fine del mondo, quindici righe! […] Se è così, allora stasera niente tivù”.
È così che la lettura diventa per i ragazzi una noiosa e pesante imposizione, un dovere cui adempiere, troppo spesso malvolentieri, con la costante paura di non capire e la spiacevole sensazione di perder tempo.
Ed ecco che Pennac, con un’abile mossa, sostituisce il grigio e poco accattivante scenario del dover leggere con quello, più luminoso ed invitante, dei “diritti imprescindibili del lettore”: “Perché se vogliamo che mio figlio, mia figlia, i giovani leggano è tempo di concedere loro i diritti che accordiamo a noi stessi”.
Un “decalogo” che parte dal “diritto di non leggere” per finire con “il diritto di tacere” passando per “il diritto di leggere qualsiasi cosa”. Un decalogo da leggere, non per obbligo ma per amore della lettura e di noi stessi, spesso talmente angosciati dal dover leggere da dimenticare il piacere della lettura. Un piacere a volte perduto, ma, come scrive Pennac, “non molto lontano. Appena smarrito. Facile da ritrovare”.
Linda Fratoni
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L'autore: |
Daniel Pennac, pseudonimo di Daniele Pennacchioni, è professore di francese in un liceo parigino nonché autore delle serie di romanzi di straordinario successo centrati sulla figura di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e della sua colorita famiglia, tutti editi da Feltrinelli tra il 1991 e il 1999: Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène, La passione secondo Thérèse e Ultime notizie dalla famiglia.
Oltre a Come un romanzo (1992), Feltrinelli ha pubblicato il suo Signori bambini (1998), la storia a fumetti Gli esuberanti (2000), il romanzo Ecco la storia (2003), il monologo Grazie (2004), il racconto La lunga notte del dottor Galvan (2005), il saggio Diario di scuola (2008).
Pennac ha vinto il Premio internazionale Grinzane Cavour “Una vita per la letteratura” nel 2002, è stato insignito della Legion d’onore per le arti e la letteratura nel 2005 e ha ricevuto il Premio Renaudot nel 2007.
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