DEus ex machina

Arriva al quarto episodio l'epopea delle macchine in lotta contro l'uomo e sempre più si avvicina l'ombra della saga interminabile alla Rocky e Rambo vari. Perse per strada la regia di James Cameron e la storia messianica di Sara e Johnn Connor, al regista, McG, rimangono in mano poche carte. In più c'è da fare i conti con il terzo episodio, "Le macchine ribelli", che decisamente ha disatteso le aspettative dei fan della saga ed un'oggettiva difficoltà nello spremere il succo delle rape.

Date queste premesse è quindi da apprezzare il coraggio del regista che propone "non Terminator 4, ma un nuovo inizio", per il vecchio Terminator c'è giusto il tempo di un breve cameo di Schwarzenegger - anzi del suo avatar digitale, poichè Governator non può impersonare sullo schermo il personaggio che gli ha dato la celebrità - come prototipo del famigerato T-800, anzi del suo avatar digitale, poichè Governator non può impersonare sullo schermo il personaggio che gli ha dato la celebrità.
La ricetta del film è affidata alla combinazione di tre ingredienti: un stellare (Christina bale ad Helena Bonham Carter), il recupero dell'escamotage del paradosso temporale che dava l'avvio a tutta la saga ed infine una quantità stratosferica di effetti speciali.
McG alias Joseph McGinty Nichol, che all'attivo vanta i due Charlie's Angels e un nome da videogioco, riesce - è il caso di dirlo - nel gioco delle tre carte e, a distanza di 25 anni dal primo, riesce a rescitare Terminator. Il suo Terminator Salvation omaggia il filone classico alla Blade Runner e Mad Max, recupera alcun canoni del primo episodio e riesce ad integrarsi con questo, ma la tempo stesso innesta una vena di novità e addirittura apre la scena ad ulteriori sequel.
Bale, nella parte di Johnn Connor, ci mette tensione e cupo ascetismo, deve ben salvare il mondo...ma gli ruba la scena l'australiano Sam Worthington, nel ruolo del galeotto venuto dal passato (il ladrone buono?), è lui il vero protagonista l'antieroe contrapposto al prescelto e più umano dell'umano.

Claudia Patruno