INDIANA
Una trentina di fotografie di Laura Salvinelli, con testi di Mariella Gramaglia, per racconta i cambiamenti nel mondo del lavoro femminile in India. I lavori più umili sono svolti dalle donne indù delle caste basse e dalle musulmane. Si tratta di rovistatrici e riciclatrici di rifiuti, portatrici di pesi e tiratrici di carri, sigaraie di bidi (le sigarette indiane per poveri), costruttrici di braccialetti, incensi e aquiloni, levatrici, manovali, sarte, ricamatrici e stampatrici di stoffe, arrotolatrici di stoppini per lumini votivi, cuoche, lavandaie, e cameriere di case, uffici e ospedali, mungitrici di vacche e raccoglitrici dei loro escrementi, e innumerevoli altre attività che si svolgono a casa o per strada.
La mostra “Indiana” è un reportage fotografico sul lavoro femminile in India attraverso le immagini delle donne unite e organizzate di Sewa (Self-Employed Women’s Association) il più grande sindacato di lavoratrici autonome indiane che ad oggi conta un milione di iscritte.
Laura Salvinelli definisce le sue immagini dei reportraits, ovvero un'unione tra reportage e portrait (inglese e francese per ritratto).
Il ritratto diventa la finestra per raccontare la realtà più ampia di cui il soggetto è parte e questo attraverso uno sguardo non predatorio, ma di attenzione, cura e amore per la bellezza delle persone; mentre, la scelta del bianco/ nero, è definita dalla fotografa, "come una farfalla in via d'estinzione, una tecnica da difendere per evitare che scompaia". La mostra è parte di un progetto più ampio nato con l'intento di dare visibilità a Sewa e allo straordinario lavoro della sua fondatrice Ela Bhatt, la rivoluzionaria gentile erede di Gandhi, e comprende anche il libro di Mariella Gramaglia Indiana. Nel cuore della democrazia più complicata del mondo (Donzelli editore, 2008).
L'importanza di Sewa si basa sull'empowerment delle sue iscritte, sia come lavoratrici che come donne: oltre che sindacato, è di fatto anche un grande movimento di liberazione delle donne. Fondamentale è anche la costruzione di una leadership femminile autonoma. Con la fondazione della sua Banca nel 1974, Sewa ha inventato il microcredito due anni prima della Grameen Bank del bengalese Muhammad Yunus, rivoluzionando il concetto di chi è bancabile, aprendolo ai poveri rendendo, così, più degna la vita di milioni di esseri umani in tutto il mondo.
Scrive Mariella Gramaglia: Laura Salvinelli non si limita a documentare le donne di Sewa, interroga invece la forza dei loro visi e dei loro sguardi. Nei suoi "reportraits", ritratti di distanze e di similitudini, si affida a un dialogo fra pari. Il corpo, fiabescamente femminile, non è mai negato. La dignità è nei gesti. L'autorevolezza negli sguardi lucenti delle leader e delle lavoratrici.
Indiana Sostiene il progetto della Ong Prosvil-Cgil a favore di Sewa.
Claudia Patruno |