L’ENIGMA ACCECATO
Gianluigi Mattia, artista nato a Torino ma residente da tempo a Roma, ha un lungo iter professionale col quale ha attraversato mode e modi. Pittore e disegnatore ineccepibile, dopo un percorso accreditato nella tradizione, culminante in una antologica alla Galleria Rondanini di Roma (1988) ha riguardato, sperimentando e contaminando vari linguaggi, anche all’Arte Povera, al Minimalismo, al Concettuale, senza però mai tralasciare del tutto la prassi del “bel” disegno. La mostra alla Fondazione Museo Venanzo Crocetti, col sottotitolo “ricognizioni di leggerezza, ironia e infelicità” presenta dipinti, disegni, sculture ed installazioni realizzati nell’ultimo decennio. Scrive in catalogo Gabriele Simongini, il curatore: «nelle opere proteiformi di Mattia, graffiti e sagome primordiali, fumetti, scrittura, assemblaggio oggettuale, pittura tout court e scultura perdono la loro individualità tecnica e si contaminano reciprocamente in un illuminante nonsense, parzialmente di matrice dada e new-dada (l’amatissimo Jasper Jhons, soprattutto) ma riscaldato da una consapevolezza storica della forma che è solo italiana». In catalogo anche testi di Daniela Pasti e di Antonio Veneziani, poeta narratore e saggista. Sempre a Veneziani Mattia aveva affidato il commento ai suoi disegni (60 piccoli disegni ed una scultura installativa) per la poesia di Roberto Maria Siena “Maddalene”. Proprio in questi piccoli disegni c’è l’anima trasformista ed onirica di Mattia, colto e raffinato artista, che può permettersi il lusso di “giocare” con le materie proprio perché la materia sa illusionisticamente crearla con la pittura.
Stefania Severi
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