UNO CHE PUÒ DIRE: IO L’AVEVO DETTO
Assolutamente da rileggere questo interessantissimo libro del 2003.
Con un linguaggio di ammirevole chiarezza, Galimberti passa in rassegna le più grandi bolle finanziarie della storia, cominciando dalla grande crisi dei tulipani, nell’Olanda degli inizi del ‘600.
Chi di noi lo sapeva? La crescita forsennata della domanda di tulipani e di bulbi creò una spaventosa impennata dei prezzi. Il valore dei bulbi raggiunse livelli così vertiginosi, che un ricchissimo notabile diede in dote alla figlia un unico bulbo di una varietà rara, senza che nessuno lo tacciasse di tirchieria.
Finché, naturalmente, la bolla esplose.
L’esplosione della prima bolla non evitò in alcun modo le grandi bolle dei secoli successivi: il crollo della Compagnia del Mississipi, che si abbatté sulla Francia agli inizi del ‘700, e quello della Compagnia dei Mari del Sud, negli stessi anni in Inghilterra. E poi, ovviamente, la crisi del 1929.
Galimberti, al di là delle sue competenze di economista, ha una notevole capacità di scrittore: in queste pagine, epoche storiche del passato e paesi lontani tornano in vita davanti a noi, insieme ai sogni, ai desideri e all’avidità degli uomini di allora. Così, il libro ci conduce piacevolmente per mano, tra pettegolezzi e aneddoti, in storie che sembravano così lontane e all’improvviso sembrano tanto vicine.
“Homo bulla est” dice Galimberti citando Tertulliano, e conclude: è possibile che una nuova bolla finanziaria si abbatta su di noi nei prossimi anni? La sua risposta è si: “Nella pentola ribollono molti elementi malsani” dice, indicando il troppo debito privato degli Stati Uniti, le borse che in America e in Europa “hanno corso troppo negli anni passati e devono ancora smaltire il sovrappeso”, la qualità dei prestiti bancari che si è deteriorata un po’ ovunque, eccetera.
È possibile imparare dal passato, e rendere le bolle future meno disastrose per la società? La risposta è forse. Alcuni cambiamenti nella struttura economica dei paesi occidentali, tra cui il fatto che gli stati detengono una porzione maggiore di ricchezza rispetto al passato, dovrebbero aiutare ad attutire il colpo. Ulteriori sistemi di sicurezza potrebbero e dovrebbero probabilmente essere messi in atto.
Queste le conclusioni dell’autore nel 2003.
Ma adesso che la bolla è qui, per sapere come va a finire non resta che vedere con i nostri occhi.
Marta Baiocchi
|