UN POPOLO NELLA STORIA E NEL MITO
E’ una mostra curiosa che raccoglie testimonianze che vanno dai reperti archeologici agli spezzoni cinematografici, il tutto per parlarci dei Sabini. I Sabini sono un popolo antico che occupava la zona che ancor oggi a loro deve il nome e che venne a contatto con i primi romani, un contatto particolare, come racconta Tito Livio, noto come il “Ratto delle Sabine”.
La mostra presenta insieme sia l’antico popolo sia il suo mito. Oltre 120 sono le opere esposte: reperti archeologici, antiche carte geografiche, manoscritti miniati, disegni, oli su tela, sculture…
L’esposizione si avvale della cura scientifica di Maria Carla Spadoni per la sezione storica, di Giovanna Alvino per la sezione archeologica, di Maria Grazia Bernardini per la sezione dedicata al mito dei Sabini nell’arte, di Alessandro Cosma e Roberta Cerone per la sezione sui Sabini tra letteratura, musica e cinema. La direzione e il coordinamento generale della mostra sono di Alessandro Nicosia di Comunicare Organizzando. Nella sezione archeologica spiccano gli ultimi ritrovamenti a Cures e nelle necropoli del Giglio (Magliano Sabina), di Colle del Forno (Montelibretti), di Poggio Sommavilla e di Saletta Amatrice.
Tra i reperti spiccano un rarissimo lituo, lo strumento utilizzato dai re-sacerdoti sabini per fare le previsioni basandosi sul volo degli uccelli, ed il trono in terracotta del cosiddetto re di Eretum, quest’ultimo al Museo Archeologico di Fara Sabina. Interessante la collezione di anfore sabine, dalla tipica forma biansata e collo cilindrico, decorate con fasce orizzontali di elementi geometrici ed animali realizzate ad incisione o con un leggero sotto squadro. Nella terza sezione, dedicata al mito del Ratto delle Sabine nelle arti figurative, troviamo opere di Sodoma, Giambologna, Poussin, Luca Giordano, Tiepolo fino a quelle degli artisti del Novecento Arturo Martini, Primo Conti e Franco Gentilini. La quarta sezione documenta il mito del Ratto delle Sabine nel teatro, nella letteratura e nel cinema. Si va dal melodramma alla poesia di Trilussa e Mario dell’Arco fino al film “Sette spose per sette fratelli” di Stanley Donen (1954).
La mostra è introdotta da un filmato con Michele Placido. Il catalogo è della Gangemi Editore.
Stefania Severi
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