UN FUTURISMO BORDERLINE
Il bellissimo -anche nel contenitore- Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX, sezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, ospita, in occasione del centenario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo, una interessante antologica del pittore futurista Ginna. Il vero nome di Ginna era Arnaldo Ginanni Corradini (Ravenna 1890 – Roma 1982). Lo pseudonimo era stato coniato da Balla in assonanza con la parola “ginnastica”. Balla coniò anche lo pseudonimo del fratello Bruno che divenne Corra da “correre”. Ginna fu un futurista borderline essendo proiettato verso il futuro ma interessato anche allo spiritualismo, all’occultismo e alla teosofia. Operò prima a Milano poi a Firenze ed infine a Roma e si occupò anche di cinema firmando, nel 1916, il Manifesto della cinematografia futurista. Purtroppo del suo film (“Vita futurista”) e dei suoi cortometraggi rimane pochissimo tuttavia il suo ruolo, investigato da Mario Verdone, fu importantissimo. Nella sua produzione pittorica spiccano le tematiche connesse con gli stati d’animo, tanto che sottotitolo della mostra è proprio “Armonie e disarmonie degli stati d’animo”. Esemplare è il suo “Nevrastenia” del 1908, antesignano della pittura astratta.
La mostra, a cura di Micol Forti, Lucia Collarile e Mariastella Margozzi (direttrice del Museo) è accompagnata da catalogo (Gangemi Ed.) ricco di saggi, tra i quali uno a firma di Mario Verdone, e con schede e bibliografia a cura di Francesca Boschetti.
L’opera, qui riprodotta, è nella Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani (foto Musei Vaticani) nella quale sono confluiti molti materiali dell’artista (libri, dipinti e carte).
La mostra è una collaborazione tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna ed i Musei Vaticani.
Stefania Severi
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