Mediterranea

L’INDOLENZA DELLA PROPOSTA

Alla 15ª Quadriennale partecipano un centinaio di artisti, ciascuno presente con un’opera molto recente, per uno sguardo sulla ricerca artistica condotta nel nostro paese dalla fine degli anni Ottanta ad oggi. Il percorso cerca di fissare gli obiettivi di una mostra che tenta da anni di offrire un panorama sull’arte contemporanea italiana in generale, ma che dovrebbe avere un occhio attento per quella del territorio se non romano certamente laziale. Questa visone “ampia” è sicuramente condizionata dal Ministero per i beni e le attività culturali, uno dei due azionisti di riferimento, mettendo in secondo piano le possibili intenzioni del Comune di Roma, secondo “azionista”.

Come ormai è consuetudine non ci si meraviglia della pigrizia dei curatori nel proporre artisti conosciuti, senza presentare nuovi nomi e tanto meno offrire una lettura completa dei decenni scelti come punti di riferimento per una rassegna che rispecchia pienamente la svogliatezza di un’istituzione che ha i mezzi, ma non la voglia di porre in evidenza la realtà artistica laziale ricca di presenze italiane non solo di nascita, ma anche di adozione. Una realtà di estrema importanza in un presente avviato ad operare nel locale per dialogare con il globale.
Rimanendo disatteso uno dei compiti che, come altre istituzioni italiani, dovrebbero svolgere nel far conoscere la cultura artistica italiana, oltre i confini dello stivale.
Cento artisti ancor lontani per essere considerati dei piccoli maestri, ma con una carriera già ben definita, rappresentare una parte delle nuove tendenze dell’arte italiana.
Una pigrizia del consiglio d’amministrazione per un’altra occasione mancata per una riflessione sull’arte contemporanea in Italia, per fortuna che il mandato del consiglio d’amministrazione scadrà nella seconda metà del 2009.
Ci saranno dei cambiamenti o saranno riciclati, in un epoca estremamente indolente a differenza di quello che vuol far credere, altri uomini buoni per tutte le stagioni?
In questo ambito, si è scelto di dedicare una particolare attenzione agli artisti mid-career e giovani, portatori di linguaggi “in movimento” e indicativi di possibili evoluzioni nel prossimo futuro. L’età media degli artisti invitati è compresa entro i quarantacinque anni. Un quarto è “under 35”, uno su tre è donna. Si è cercato, inoltre, di identificare possibili specificità della situazione italiana nel sistema internazionale dell’arte. Si è tenuto, quindi, conto anche di particolari aggregazioni territoriali emerse nel nostro paese e cresciute nella condivisione di un clima culturale, a una relativa distanza da processi di omologazione.
Non è certo semplice fissare criteri che consentano di documentare l’estrema diversificazione di modalità espressive che attualmente caratterizzano la scena artistica italiana. Si è così scelto di non attribuire agli artisti delle linee di appartenenza: preminente è la personalità del singolo autore, la sua qualità di vedere, capire, interpretare il nostro momento storico. E’ proprio a partire dai primi anni Novanta che diventa arduo definire il profilo di una generazione di artisti che agiscono “in solitario” e avvertono sempre più il bisogno di rimanere fedeli a una propria identità. E’ un dato che emerge via via più prepotentemente e che viene confermato anche da questa edizione della Quadriennale.
Possiamo, superando la pigrizia indagatrice dei curatori, sintetizzare la rassegna attraverso i lavori di alcuni artisti più o meno conosciuti, ci sono anche due “artist in residence” con borsa di studio all’American Academy of Rome, ma anche con una forte presenza galleristica, quasi da poter paragonare le arti visive all’editoria.
L’astrazione di Francesco De Grandi si trasforma in alberi in un continuo rimando, ancora alberi nella visione psichedelica di Alberto Di Fabio, come anche nella jungla labirintica di Fratesco Cervelli.
Il video di Gea Consolaro è un omaggio “Ai caduti di oggi: 2004 – 2008”, non eroi per una nazione ma sacrificati per il nobilitarsi nel lavoro e far vivere i propri cari, si contrappone alle risate inscatolate da Lara Favaretto, già presente nella XIV Quadriennale. Su per una delle antiche scale Liliana Moro propone un orecchio al neon per l’Ascolto in un Mondo impegnato a parlarsi, mentre sull’altra scala i megafoni Elisabetta Benassi rompono i timpani. Altrettanto chiassosa è la performance video concepita da Nico Vascellari. Un percorso espositivo che sollecita parallelismi con artisti assenti, come davanti ai visi in acquerello di Federico Lombardo appaiono nitide le espressioni di Elena Pinzutti e guardando la “Linea blu” di Giulio De Mitri sovviene la versione semplificata delle visioni luminescenti di Carlo Bernardini, le bandiere di Arienti fa rivivere l’intensità di Franco Angeli ed è facile il rimando ai guerrieri che Stefania Fabrizi presenta nel lavoro “Ultima Battaglia”, collocata poco distante.
Comunque è la figurazione che in varie forme regna, come il grande dittico, che è anche il suo doppio, di Angelo Bellomondo, per poi passare alla poetica di Aquilante, anche se non ha bisogno della Quadriennale per farsi conoscere, è un piacere per la vista. Di poetica si può scrivere anche riguardo alla videoanimazione di Andrea Mastrovito, impregnata di un’atmosfera luttuosa, sembra comunicare, una sorta di danza macabra, sollecitata dalla prosa “Aprile è il mese più crudele” di Eliot, pensando al uomo che si crede Dio per distruggersi.
La passeggiata si conclude davanti alla spigolosa “Maseratirundum”, per riflettere sull’importanza delle gallerie nel panorama artistico odierno.

g.l.

15ª Quadriennale d’arte
Roma
Palazzo delle Esposizioni

Dal 19 giugno al 14 settembre 2008

Info: Tel. 06/39967500
www.palazzoesposizioni.it


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