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Riflescienza/obsolescenza
TEORIE ECONOMICHE: MATEMATICA OBSOLETA?

Un provocatorio articolo sulla rivista New Scientist, firmato da Robert Nadeau, professore di scienze ambientali e politica pubblica presso l’università statunitense George Mason, attacca alla radice le basi matematiche delle teorie economiche contemporanee. Secondo l’autore, i teoremi matematici formulati dai pionieri della teoria economica furono coniati arbitrariamente sul modello del principio di conservazione dell’energia teorizzato dal fisico tedesco von Helmholtz nel 1847.
Questo principio riguarda le leggi che regolano la trasformazione del calore in lavoro meccanico, e fu poi modificato ed esteso da Maxwell, Boltzmann e altri, fino a confluire nei principi della termodinamica.
Secondo Nadeau, però, questi teoremi economici soffrono di alcuni difetti cruciali.
In primo luogo, le formule “copiate” dalla teoria di von Helmholtz erano incomplete, rispetto alle importanti modifiche apportate dai fisici successivi.
In secondo luogo, il fatto di trasportare queste formule dai fenomeni fisici a quelli economici fu del tutto arbitrario: ad esempio, quantità come gli utili e le spese sostituiscono l’energia potenziale e quella cinetica senza alcuna giustificazione. Soprattutto, le teorie economiche non hanno mai avuto le verifiche sperimentali che potevano e furono fatte in fisica.
In terzo luogo, i principi della termodinamica si riferiscono a sistemi di scambio ideali: sistemi chiusi in cui non c’è influenza o impatto su variabili esterne.
Questo non è assolutamente il caso dei sistemi economici, che invece influiscono e sono influenzati pesantemente dallo scambio con l’ambiente globale.
Calcolare i fenomeni interni ai mercati, come fanno gli economisti  che utilizzano ancora le vecchie formule,  senza tenere conto dell’impatto sull’ambiente, o della crescente limitatezza delle risorse, è una cosa insensata e pericolosa, conclude Nadeau.

Marta Baiocchi

Ref: New Scientist, Aprile 2008, pag 24


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