Mediterranea

IL SECOLO D’ORO DELLA PITTURA OLANDESE

La mostra esamina un’epoca di grande sviluppo economico, culturale e sociale che interessò nel XVII secolo un territorio corrispondente all’attuale Olanda, precedentemente queste zone unitamente ad altre dell’odierno Belgio costituivano i Paesi Bassi soggetti, ai primi del XVI secolo, a Carlo V Re di Spagna ed Imperatore del Sacro Romano Impero; nei Paesi Bassi si sviluppò in maniera vivacissima la Riforma Protestante provocando l’intervento di Filippo II, figlio ed erede di Carlo V, che tentò con la forza di ricondurre le popolazioni all’ortodossia cattolica. La guerra tra gli insorti e le truppe spagnole comandate dal Duca d’Alba poi da Alessandro Farnese si trascinò con alterne vicende per decenni ma alla fine sette province del nord costituirono sotto la guida dello Statolder Guglielmo di Orange una repubblica democratica, per i tempi, fortemente legata alle ideologie della religione riformata, lanciata in un grandioso sviluppo economico sostenuto da una consistente flotta che batteva tutti i mari commerciando in Oriente ed Occidente e facendo di Amsterdam il più frequentato porto del mondo di allora.

La prosperità economica portò alla crescita di una borghesia abbiente e colta che curò molto le proprie abitazioni sviluppando un concreto interesse per la pittura. In realtà l’arte fiamminga esisteva ed era famosa già da secoli ma come tutta la pittura medioevale aveva carattere devozionale, quella che nasce agli albori del XVII secolo ha caratteri decisamente laici basati su valori ben diversi da quelli della contemporanea pittura barocca italiana; questa si basava sul simbolico, sul trascendente, sull’enfatico, sul trionfo della religione e dei santi, quella invece era articolata su un verismo quasi esasperato, sulla rappresentazione di ambienti interni che mostravano le ricche case dei mercanti, sulla nitida, quasi fotografica, precisione dei ritratti con personaggi gravi ed austeri emblema della rigida religione riformata. Altra caratteristica era l’uso della luce, in parte di lontana reminiscenza caravaggesca, che illumina i personaggi in contrasto con il buio degli interni ed è anche notevole l’abbondanza dei ritratti che i borghesi si facevano dipingere per testimoniare il loro raggiunto stato sociale, è stupefacente il contrasto tra i colori scuri e severi degli abiti ed il bianco abbagliante di pizzi, trine, collari di uomini e donne.
Cambiò anche la dimensione dei dipinti, non più grandi pale d’altare ma quadri di dimensioni contenute idonei per abitazioni confortevoli ma non eccezionali.

Cinquantacinque dipinti, alcuni di autori ben noti (Rembrandt, van Dyck, Hals), altri di artisti ignorati al gran pubblico italiano, ma tutti di grande qualità; tra loro spiccano “i Bari” di ispirazione caravaggesca di Crabeth, “il Cambiavalute” di Rembrandt, vera esplosione di luce, “la Ragazza con il filo di perle”di Vermeer con la giovane circonfusa in un alone dorato, interessanti interni come “i Contadini in un’osteria” di van Ostade e “Rissa di giocatori di carte” di Jan Steen, il piccolo triste “Paesaggio con l’impiccato” di Rubens ed una serie di ritratti tra cui primeggia l’effigie magniloquente di “Tommaso di Carignano, Principe di Savoia” di mano di van Dyck.
Nel complesso un’interessante carrellata in un periodo sontuoso ed austero, luminoso ed oscuro, ricco e pitocco, il vero secolo d’oro della pittura olandese.

Roberto Filippi

Da Rembrandt a Vermeer
Valori civili nella pittura Fiamminga e Olandese del ‘600

Roma
Fondazione Roma – Museo

via del Corso 320

Dall’11 novembre 2008 al 15 febbraio 2009

Orario:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
lunedi chiuso

Informazioni:
Tel. 06/6786209
www.museodelcorso.it


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