GINO GUIDA |
|
Gino Guida, nato a Napoli nel 1932 ed a Roma fin dall’infanzia, diplomatosi al Liceo Artistico, dopo essersi occupato di scenografia e di fumetti ha intrapreso, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, il non facile iter della pittura. Da allora il suo cammino è proceduto in modo costante, abbracciando una poetica che non ha mai completamente abbandonato la realtà. Presentandolo in catalogo alla sua prima personale nel 1965, Renzo Vespignani ne sottolineava la luce astratta e metafisica, il senso del mistero e la atemporalità. Questi dati hanno in vario modo accompagnato il ricco percorso dell’artista fino a questi ultimi dipinti in cui, ancora una volta, il paesaggio è rarefatto. Si tratta di un buon numero di opere, ad andamento prevalentemente orizzontale, di form
ato importante (cm. 120-200 di larghezza), ad olio ed acrilico su tela. Sono paesaggi sui generis come “Ghiacciaio”, “Terrea motus-tsunami”, “Gaia”, “Il prato rosso”… che emanano un grande respiro spaziale con alcune sottese note di angoscia. «I luoghi che Guida rappresenta sono paesaggi svuotati. Luoghi ritrovati, re-inventati. » scrive Ida Mitrano. «L’orizzontalità a andamento liquido dei bellissimi pezzi recenti, che solo per convenzione possono essere assegnati al genere paesaggio, segna nell’iter una novità profonda…» osserva Mario Lunetta. E’ certo che predomina su tutto il sentimento della solitudine che qui, da fatto personale, nella grandiosità degli spazi evocati, si fa connotato tipico dell’umanità tutta.
Stefania Severi
|