Mediterranea

VOTO GENETICO

 

Nella mole crescente di studi che cerca di indagare i meccanismi biologici della personalità, alcuni ricercatori sostengono di avere elementi che indicano che le convinzioni politiche degli individui sarebbero determinate geneticamente.
Secondo uno studio effettuato su 30.000 gemelli e pubblicato nel 2005 sulla rivista American Political Science Review, i gemelli identici hanno le stesse opinioni politiche più frequentemente rispetto ai gemelli non identici. Naturalmente, è normale che due gemelli crescano spesso sviluppando idee simili, visto che ricevono lo stesso tipo di influenza da parte dell’ambiente e della famiglia. Se però i gemelli identici hanno le stesse opinioni ancora più frequentemente, si può pensare che questo ulteriore aumento sia determinato da una componente genetica.

Altri gruppi tentano di identificare quali potrebbero essere i geni coinvolti nella posizione politica della gente. Secondo alcuni, un buon candidato potesse essere il MAOA (monoaminaossidasi A). Questo gene produce un mediatore che aiuta a regolare i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore implicato, tra l’altro, nella fiducia e nell’interazione sociale. In effetti, questi ricercatori sostengono di aver trovato che le persone che hanno una versione del gene MAOA più efficiente vanno a votare 1.3 volte più spesso degli individui che hanno la versione del gene meno funzionante. La regolazione meno efficiente dei livelli di serotonina sarebbe quindi una delle cause dell’atteggiamento di sfiducia degli astensionisti.

Altri gruppi di scienziati, però, attaccano ferocemente questo tipo di studi, con diverse critiche: da un lato, si osserva che misurare le opinioni politiche della gente non è come misurarne la statura o il peso, e che i test eseguiti su questi parametri non sono affidabili.

Dall’altro, aggiungono, quando anche fosse veramente dimostrato che esiste una componente genetica nelle opinioni politiche della gente, è impossibile che dipenda da un gene solo: caratteristiche così complesse sono sempre determinate dal contributo di moltissimi geni, praticamente impossibili da rintracciare uno per uno, almeno con le tecniche odierne.

Altri dicono poi che il modo stesso di condurre questi studi è viziato alla base dal fatto che gli studiosi che li eseguono sono – come la maggior parte degli universitari americani e non – di sinistra. Tendono quindi, più o meno consapevolmente, ad influenzare i soggetti mentre li analizzano, oppure a elaborare i dati secondo le proprie aspettative. Che sarebbero quelle, dice il professor Charney della Duke University del Nord Carolina, di dimostrare che i conservatori sono gente dogmatica e amante della routine.

“Mi aspetto da un momento all’altro – ha dichiarato Charney – che questi ricercatori arrivino a dimostrare che esiste una correlazione tra l’avere opinioni conservatrici e avere genitali di dimensioni ridotte.”

Marta Baiocchi

Bibliografia: New Scientist, 2.2.08, p. 29

 


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