IDENTITÀ IN TRANSITO
Pedro Cano è artista di fama internazionale che da molti anni si divide tra l’Italia e la natia Spagna. Proprio a Roma ha dedicato numerosissime opere analizzando, in cicli complessi di pitture, in particolare il Tevere e le Mura Aureliane. Appassionato della nostra cultura ha trovato una grande affinità col mondo letterario di Italo Calvino, a cui ha dedicato un ampio ciclo di opere ispirate al celebre libro“Le città invisibili”.
La mostra “Identità in transito” presenta il suo recente lavoro incentrato sul tema della figura: 20 dipinti ad olio su lino di grande formato (200 x 140 cm) e circa 30 acquarelli su carta intelaiata. E’ questa una occasione per incontrare un nuovo filone d’indagine dell’artista che solitamente dipinge paesaggi, vedute e frammenti di natura. Ma tutti questi soggetti sono tra loro legati da un filo sottile che la critica ha individuato nella ricerca del bello, inteso come armonia ed euritmia. Anche un ortaggio o un piccolo fiore di campo, accarezzati dal suo sguardo che ne coglie la componente estetica, diventano “bellissimi”. Egli ci invita a scoprire il bello attorno a noi, sul balcone di casa o sul tavolo della cucina o per le vie cittadine. Ma il bello è anche nei paesaggi mitici dello Yemen o del Giappone, nei grattacieli di New York e nei monasteri del Monte Athos. Ognuno ha una sua bellezza, basta scoprirla, magari con l’aiuto dell’artista. Ed in tal senso la pittura di Cano ha un profondo valore educativo.
Il ciclo “Identità in transito” propone immagini di uomini e di donne tutti di spalle, per lo più in cammino. Scrive Lorenza Trucchi nella introduzione al catalogo “…un dire concentrato ma non arido che esprime molto, pur abolendo la comunicazione del primo piano, dello sguardo, del sorriso, ovvero del volto …uomini e donne che ci chiedono di seguirli senza però mai sorpassarli, in silenzio, ipnotizzati non tanto dal racconto che suggeriscono quanto dalla loro assertiva presenza, dall’essere soprattutto mirabili brani di pittura, portatori per sempre di un pensiero che si è fatto forma”.
L’esposizione sarà poi a Firenze (19 giugno - 2 agosto), nella sala d’Arme di Palazzo Vecchio.
Stefania Severi
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