LA LUCIDA AMAREZZA DI UN GIALLISTA DI SINISTRA
– Oh! Perdio! – esclamò all’improvviso Epaulard – Sarai mica per caso con un certo D’Arcy.
– Sì.
– Nel colpo dell’ambasciatore?
– Esatto
– Siete fusi, – disse Epaulard, – e quel D’Arcy, poi, è un borracho integrale. Non immischiarti.
– Si può discuterne.
E’ il ritmo, la cosa che colpisce di più nella scrittura di Manchette. Il modo in cui una scrittura così gelida riesce a creare con pochi tratti una carica emotiva e piena di tensione.
Aveva il dito sul grilletto.
– Tanto vale farla finita subito, – dichiarò allo specchio.
Sospirò e non si ammazzò. Ripose la pistola, rifacimento della Tokarev russa. Guardò l’orologio. Le diciassette in punto. Epaulard decise che sarebbe andato alla riunione, quella sera.
– Checcazzo! – disse allo specchio.
Il gruppo anarchico NADA, composto da un giocatore professionista alcolizzato, un impiegato, un professore di filosofia fallito e due ex combattenti nell’FLN algerino dal passato costellato di omicidi, stanno organizzando il rapimento dell’ambasciatore americano a Parigi. Insieme a loro, una giovane donna dalla personalità insondabile.
– Sono per l’armonia universale, – disse – e per la fine del penoso Stato incivilito. Sotto il mio aspetto freddo e sofisticato si nascondono e infuriano le fiamme dell’odio più intenso del capitalismo tecnoburocratico con la figa fatta a urna e la faccia a forma di cazzo. Devo continuare?
Epaulard la guardava, l’occhio rotondo.
– Non sforzarti, compagno, – disse Buenaventura.
– è un grande mistero, questa mignotta.
Di ognuno, sotto la penna stupefacente dell’autore, arriveremo presto a cogliere la lucidità, la follia, i conflitti. Il piano che li unisce è intessuto del fallimento delle loro vite, e il caso sta per tagliare a casaccio i fili della loro trama. Nonostante questo, uomini che hanno ogni ragione per non credere più a nulla spremeranno da se stessi le ultime gocce di una fedeltà all’ideale fondata su nient’altro che sull’impossibilità di agire in un altro modo.
Jean–Patrick Manchette, considerato un padre ri–fondatore del genere noir, diventò famoso con una serie di romanzi scritti tra il 1969 e i primi anni ‘80. Ma l’intensità di cui si carica questo libro va ben oltre il romanzo di genere. La posizione politicamente a sinistra dell’autore traspare dietro il senso di malinconia e di sconfitta che impregna il libro, e nel suo non–detto sta un’analisi amara in stupefacente anticipo sui tempi: pubblicato in Francia nel 1972, questo libro descrive con impressionante anticipo eventi e meccanismi che riportano subito alla mente il rapimento di Aldo Moro, e mette a fuoco con sguardo fermo le passioni di un gruppo di uomini disperati e i meccanismi terribili del potere.
Da non perdere.
Marta Baiocchi
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