CONTATEVI I CAPELLI, NON TUTTI RISPONDERANNO
Un cartone animato in forma di libro, questa è l’impressione che lascia Mare di Bering, l’ultimo romanzo di Tullio Avoledo, un autore emerso da una piccola casa editrice e approdato a Einaudi grazie a un inatteso tam tam di lettori.
La foto di copertina riassume bene il senso del libro: un’utilitaria di un irreale verde mela, accartocciata da un qualche stilizzato colpo del destino. In un turbine di eventi sempre un po’ al di là dei limiti del credibile, una folla di personaggi dipinti con le matite colorate di un fumettista si inseguono, si minacciano, si scontrano con martellate e candelotti di dinamite alla Bip Bip e Willi Coyote, lasciandosi dietro una scia di stelline variopinte.
– Mettiti la cintura. Dobbiamo correre. – Che nel linguaggio di Amanda significa: contatevi i capelli, perché non tutti risponderanno all’appello, alla fine della corsa. E non tutti avranno lo stesso colore di quando siete partiti.
Mika Ganz, venditore clandestino di tesi di laurea, si trova in un’avventura più grande di lui, insieme a una folla di personaggi che include la sua bellissima e irritabile fidanzata Amanda, il suo socio e gosth writer Rabo Mishkin, coltissimo residuo di un passato misterioso, fatto di politica, droga ed eccessi vari, il pavido assistente universitario Aurelio Scarfatti, la sorella gay di una pop star degli anni Ottanta, due collaboratori mafiosi, e molti altri ancora.
Tra Bip Bip, Pinocchio e Gian Burrasca, Avoledo naviga con la naturalezza di un’anatra nelle acque di un mondo costruito con la fantasia di un ragazzino.
Stupisce scoprire che nella realtà è un avvocato di cinquant’anni suonati.
“Grazie ai miei colleghi, che hanno continuato a onorarmi della loro fiducia, o comunque a servirsi di me per consigli legali” scrive tra i ringraziamenti alla fine del libro.
Dice Mika, il protagonista:
“Del resto mio padre è tutto una tristezza, del resto, come tutti i padri. Un giorno anch’io mi digievolverò in Papamon, la cui arma è il bla bla letale, e poi mi superdigievolverò in Rinkomon, uno di quei vecchietti da barzelletta.”
Avoledo ha passato i venticinque anni da un pezzo, e in un modo o nell’altro deve essersi già digievoluto. Eppure, la cosa più lontana da lui è il bla bla letale.
Chissà come ha fatto.
Marta Baiocchi
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Descrizione |
Un futuro prossimo ma non troppo, un mondo simile al nostro ma diverso dal nostro, un'Unione europea che sembra il risultato finale delle peggiori ipotesi secessioniste, una società dominata da femmine rampanti. È questo lo scenario in cui la vita del venticinquenne Mika Ganz, che sbarca il lunario preconfezionando tesi di laurea, si intreccia, attraverso situazioni grottesche e paradossali, a quella di un amministratore delegato che vuole una laurea honoris causa per la sua amante, di un padre ipocondriaco, di un infelice assistente universitario, di una fidanzata forse non troppo fedele, di un insospettabile barbiere |