IL VOLO PITTORICO
Tullio Crali è stato un esponente di spicco dell’Aeropittura, uno dei tanti filoni del Futurismo che, affermandosi negli anni successivi alla prima guerra mondiale, perfettamente conciliava le tematiche della velocità, del progresso e della macchina da sempre cardini del Movimento.
La mostra, a cura di Carla Cace, si colloca nel filone delle celebrazioni del Futurismo il cui centenario sarà nel 2009; fu infatti nel 1909 che apparve sul giornale parigino Le Figarò il celebre “Manifesto” di Filippo Tommaso Marinetti.
Crali, era originario della Dalmazia (1910) ma fin da ragazzo visse a Gorizia e si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il suo entusiasmo per il Futurismo, conosciuto attraverso riviste, fu immediato. Fin dai 18 anni iniziò a frequentare il campo d’aviazione di Merna, dove prese a copiare gli aeroplani. Da Merna decollò per il suo primo volo, effettuato su di un piccolo idrovolante diretto in Istria. Nel 1929, anno che sancì la nascita ufficiale dell’Aeropittura, con il relativo manifesto redatto da Marinetti e Mino Somenzi, Crali entrò ufficialmente nel Movimento Futurista. Conobbe Marinetti e vari artisti del gruppo ed iniziò ad esporre con loro a Trieste, Padova, Roma, Milano e Parigi, dove, nel 1932, espose alla Prima Esposizione Aeropittori Futuristi Italiani. Crali si interessò, oltre che di pittura, anche di architettura e di moda (sua fu l’invenzione del borsello da uomo datato 1951), gioielli, manifesti e scenografia. Fu anche bravo oratore, intervenendo a “Serate futuriste”. L’artista, in pieno spirito futurista, si è spinto ad indagarne su tutte le manifestazioni della vita moderna.
Martinetti stesso, nel 1940, così ne ha scritto: “Crali si può considerare il più grande pittore del momento, la sua coscienza e serietà nel lavoro è una virtù rara nei pittori di oggi”. Alla fine del conflitto si trasferì a Torino proseguendo nella sua attività di promozione delle poetiche futuriste ed intervenendo ai principali convegni sul Movimento. Tra il 1950 e il 1958 visse a Parigi, dove insegnò in un liceo italiano. Dal 1962 al 1966 si trasferì al Cairo dove insegnò presso la locale Scuola d’Arte italiana. Rientrato in patria, si stabilì a Milano, dove continuò la sua intensa attività pittorica e dove si spense il 5 agosto del 2000.
La mostra, che ha il supporto dell’Aeronautica Militare, presenta circa sessanta lavori originali tra oli, tecniche miste e disegni, nonché interessanti “divertissement”.
Stefania Severi
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