Mediterranea

UN PITTORE PADANO A ROMA

 

Dopo Raffaello e Canova la Galleria Borghese dedica una mostra al grande pittore rinascimentale Correggio. Antonio Allegri nacque a Correggio, piccolo centro emiliano del Ducato Estense da cui ricavò il nome con cui è conosciuto, nel 1489 ma poco si sa della sua giovinezza anche sa nello stile delle sue prime opere si riscontra una certa influenza del Mantegna e della sua scuola e tra i suoi primi lavori ci sono alcuni affreschi nella chiesa di Sant’Andrea a Mantova. Il suo primo dipinto datato risale al 1515 e risente di una lunga maturazione artistica con influssi lombardi ed ispirazione ai modi di Raffaello e Michelangelo. Durante un suo soggiorno a Parma il Correggio elaborò alcune delle sue opere migliori: le Volte della Camera della Badessa nel Convento di San Paolo, con specchiature ed oculi dai quali occhieggiano putti che giocano e figure monocrome tratteggiate con purezza di segno; possente, quasi scultorea, l’immagine di Cristo che ascende al cielo nella cupola di San Giovanni Evangelista in cui si mescolano la solennità michelangiolesca ed il delicato sfumato leonardesco ed infine il capolavoro, il grande affresco della “Gloria del Paradiso” nella cupola del Duomo di Parma che divenne il prototipo della decorazione barocca delle cupole, seguito quasi un secolo dopo dal Lanfranco in Sant’Andrea della Valle a Roma, con uno spettacolare vortice di Santi, Angeli, Beati, che librati nello spazio si avvolgono circolarmente fino a giungere alla figura di Dio in un vorticoso moto rotatorio pervaso da luce soffusa. Parallelamente agli affreschi il Correggio si dedicò alla pittura di pale d’altare e di quadri di soggetto profano con il medesimo vigore fantastico e la stessa ricchezza luminosa. Lavorò in parte per le Corti degli Este e dei Gonzaga ma molto per committenze religiose e private; sono celebri i suoi quadri: Madonna della Scodella, Madonna di San Girolamo, Madonna di San Giorgio, Natività; per Federico II Gonzaga l’artista dipinse la serie degli “Amori di Giove” : Antiope, Ganimede, Io, Danae, Leda, nella quale mostra la sua predilezione per forme luminose e fluenti. Profondo fu l’influsso della sua arte nella pittura dell’Italia Settentrionale ed il suo stile formò quello dei Carracci e della scuola bolognese. Ultima sua opera fu l’Allegoria del Vizio e della Virtù per lo studiolo di Isabella d’Este. Il pittore morì nel suo paese natale il 5 marzo 1534. Nella Galleria Borghese è da secoli ospitata la “Danae” , opulenta figura femminile giacente seminuda su un letto, circondata da eroti, che Giove si appresta a sedurre sotto l’aspetto di una pioggia d’oro; ad essa si affiancano in mostra una ventina di quadri ed altrettanti disegni provenienti da musei italiani ed esteri. La mostra si articola su un interrogativo che intriga da secoli i cultori d’arte: il Correggio è stato o no a Roma? Ha conosciuto dal vivo le opere di Raffaello e Michelangelo? Nelle sue biografie il Vasari lo esclude accusando anzi l’artista di non aver raggiunto grande fama proprio per non essere stato nella capitale dell’arte dell’epoca e di essersi appartato nel suo angolo padano. I critici moderni invece convengono, che anche se senza riscontri documentali, il viaggio deve essere avvenuto negli ultimi anni del secondo decennio del ‘500 argomentando che gli influssi di Michelangelo e di Raffaello e lo studio della statuaria classica appaiono così netti da  caratterizzare molta parte dell’opera di Correggio.
Tra i dipinti esposti l’ “Educazione di Cupido” e “Venere e Cupido addormentati e spiati da un satiro”, una coppia degli “Amori di Giove”, dipinti per il Duca di Mantova, e la celebre “Danae” mostrano l’interesse dell’artista per la cultura classica; numerosi i dipinti a carattere religioso generalmente di modeste dimensioni e di carattere devozionale con dolcissime immagini della Vergine inserite in atmosfera di luce soffusa e tenue forse un ricordo dei paesaggi padani. Interessanti due ritratti, uno maschile ed uno più grande femminile, tra i pochissimi attribuiti all’artista che non prediligeva questo tipo di pittura. La ricerca delle opere del Correggio non è facile alla Borghese, è come cercare un gioiello in uno scrigno pieno di altri gioielli ma la visione delle sue opere è sicuramente appagante.
Ad integrazione di questa mostra se ne terrà in autunno un’altra a Parma, si tratterà di una antologica, forse la più completa finora tenuta sull’opera del pittore emiliano; nel circuito espositivo saranno compresi anche i grandi cicli di affreschi che si potranno ammirare da vicino grazie ad apposite impalcature.

Roberto Filippi

 

Roma
Galleria Borghese
piazza Scipione Borghese

CORREGGIO E L’ANTICO
Dal 22 maggio al 14 settembre 2008

Orario:
dalle 9.00 alle 19.00
lunedì escluso

Prenotazione obbligatoria
tel. 06./32810

www.correggioelantico.it

Parma
Palazzo della Pilotta

CORREGGIO
Dal 20 settembre 2004 al 25 gennaio 2009

www.mostracorreggioparma.it

 


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