AQUILONI E LIBERTA’
Afghanistan anni’70. Amir, figlio di un ricco di Kabul e Hassan, figlio del suo servo, sono due bambini uniti da profonda amicizia e dalla passione per gli aquiloni che il piccolo Hassan, il cacciatore del titolo, sa manovrare con maestria e cura amorevole. Con gli occhi attenti e incantati entrambi seguono quegli arcobaleni di carta che, volteggiando sui tetti di Kabul, disegnano ricami colorati nell’azzurro del cielo. Hassan adora il suo padroncino Amir e per lui è disposto a fare qualsiasi cosa pur di esaudire ogni suo desiderio. L’amicizia però vive su fragili equilibri per via della differente classe sociale che comunque li divide nonché per l’inspiegabile amore che il padre di Amir, Baba, nutre nei confronti di Hassan suscitando un sentimento di gelosia nell’animo del figlio. Ma l’elemento scatenante che rovinerà completamente il legame tra i due bambini sarà determinato da un evento devastante che cambierà la vita di entrambi. Hassan nel tentativo di recuperare un bellissimo aquilone, premio vittoria, per il suo adorato Amir è costretto a subire uno stupro di gruppo da parte di alcuni adolescenti ricchi che lo odiano. In un attimo lo stupore ingenuo del piccolo sarà spazzato via per sempre. Alla scena scioccante assiste di nascosto Amir che invece di soccorrere l’amico scappa via sconvolto. Incapace di reagire con l’amore il bambino si rifugerà in un rabbioso rancore e volterà le spalle al povero Hassan allontanandolo per sempre. Il piccolo, provato dall’esperienza e dal dolore, dimostrerà invece una maturità inconsueta. Con l’occupazione dei Russi, Amir e il padre Baba scappano in America dove trovano rifugio in California. Trascorrono alcuni anni, Amir si è sposato e dopo la morte del padre, riceve una lettera da un caro amico di famiglia che ancora vive in Afghanistan. Gli chiede di aiutare il vecchio amico Hassan il cui figlio si trova nei guai. Amir parte e il viaggio verso il suo paese d’origine lo riporterà ai tempi andati, ai ricordi della sua infanzia. In Afghanistan ora le cose sono cambiate. Comandano i Talebani e si respira un’intollerabile aria di oppressione e repressione. Qui Amir scopre l’imprevista verità su quell’inspiegabile amore del padre Baba verso Hassan che tanto lo aveva tormentato da bambino. Hassan è suo fratello perché concepito da suo padre con una serva. La scoperta lo sconvolge, vorrebbe riabbracciare l’amico di un tempo ma Hassan ormai è morto. Ad Amir non rimane che cercare di porre rimedio ai suoi devastanti sensi di colpa soccorrendo il piccolo figlio di Hassan caduto nelle grinfie di un capo talebano. È anche lui vittima innocente di soprusi e stupri come nel passato suo padre. Amir mette a repentaglio la sua vita per aiutare il bambino afuggire da quell’inferno e alla fine ci riesce. E così libero ma provato il piccolo approderà in America insieme allo zio amorevolmente accolto dalla moglie di lui. Ci vorrà del tempo perché il bambino guarisca dalle ferite che si porta dentro e Amir lo sa bene. Intanto insegna al nipote il gioco degli aquiloni, quello in cui il padre era maestro. Sul volto triste del piccolo si apre un sorriso … forse anche lui diventerà cacciatore di aquiloni e intanto assapora quel senso di libertà che il volo degli aquiloni così sublimamente esprime. Il film tratto dal più grande best seller degli ultimi anni è diretto in modo impeccabile da Marc Forster regista di grande sensibilità e umanità. L’estrema cura dell’ambientazione e il rispetto delle tradizioni, la buona interpretazione degli attori grandi e piccoli perfezionano la confezione del film. Prodotto da Steven Spielberg “Il cacciatore di aquiloni” coinvolge profondamente e tocca tutte le corde del cuore. Una storia di amicizia “tradita” ma poi ampiamente riscattata. Emozionante ma non commovente poeticamente duro sa risvegliare le coscienze. Un inno alla vita e alla libertà.
Ester Carbone
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