UNA SCATOLA PIENA DI VITA

“Il libro sul calcio meno sul calcio che sia mai stato scritto”, dice la terza di copertina, e dice la verità.
Quattro racconti, soltanto il quarto realmente imperniato sul calcio, ed è il meno interessante se per il calcio si ha pochissimo amore, come me. Io, infatti, avevo preso in mano questo libro così, per caso, in una biblioteca pubblica, aspettandomi di trovarci poco che mi potesse interessare, invece è stata una sorpresa.
Difficile definire il vero tema di queste storie: il tempo, i ricordi, il senso di spersonalizzazione che ci invade in certi attimi in cui ci sembra di mescolarci a un tutto in cui la nostra identità si sperde.
Ricordi di fatti che non si sono mai vissuti: è possibile che il ricordo sia un qualcosa che ha esistenza propria, e che si può impigliare a una o a un’alta persona, a volte a casaccio?
E le cose che ci accadono, accadono davvero secondo una sequenza frutto di concatenazioni di eventi, o non sono invece estratti da una casualità che rotola a caso come le palline del lotto?
“Carpenzano fece tutti gli studi insieme con Gaetano, anche in seguito, compresa l’università e il master in economia. Ma uno diventò commercialista, l’altro amministratore delegato e poi azionista di riferimento di una multinazionale. Non importa quale dei due diventò l’una cosa invece dell’altra”.
Voltolini ha un’abilità di spezzare e dare un senso di sfalsamento alle sue storie che ha una suggestione quasi ipnotica. Il protagonista delle sue storie può cambiare bruscamente a metà racconto, eppure l’attenzione si sposta dal primo al secondo senza stridere, come se effettivamente tutti gli uomini e tutti gli eventi avessero diritto ad essere guardati con gli stessi occhi e con lo stesso affetto.
“Tu e io, pensava Gaetano non specificando chi fosse quel tu e meno ancora chi fosse quell’io, siamo nello scatolone insieme con le cose che possono capitare. C’è un movimento, e una cosa arriva a me. Ce n’è un altro e una cosa arriva a te”.
Una scrittura intrisa di stupore, suggestiva, che però non perde mai tensione. Anche così spezzate, o forse proprio perché spezzate, queste storie si fanno seguire e amare.
Del resto, dice l’autore: “Nessuna storia esiterebbe se non fosse raccontata, e chi racconta inventa”.

Marta Baiocchi

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