Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie
Avete visto imperversare in televisione la pubblicità di quella pay tv con Dustin Hoffman vestito da Mago Zurlì che parla con dei pupazzi e gonfia di steroidi un albero di natale?
Vi siete chiesti che senso aveva considerando che non lo avevano neppure doppiato e la pronuncia italiana del signor Hoffman è inquietante?
Bene, la promozione di questo film è la risposta alle vostre domande.
Dustin è infatti un “simpatico” giocattolaio, Mr. Magorium che, come suggerisce il nome stesso, è il felice proprietario di un magico negozio di giocattoli con pareti fatate, invenzioni bizzarre e sorprendenti segreti, in grado di animarsi e soprattutto mostrare le sue emozioni.
Quando il simpatico vecchietto, a metà fra Babbo Natale e la fata Turchina, raggiunge l’età della pensione e affida il negozio alla sua assistente Molly, una Natalie Portman sotto tono in mezzo ai rutilanti effetti speciali che le rubano decisamente la scena, la bottega proprio non ne vuol sapere di mandarlo via (come darle torto, dopo 246 anni…) e si ribella perdendo tutto il suo potere. Il tipico suicidio come richiesta di attenzione insomma...
Riusciranno i nostri eroi, e cioè Babbo turchino, l’assistente Molly Mahoney/Mary Poppins, il solito bambino di 10 anni che crede ancora nella magia (l’unica vera nota positiva del film, Zach Mills) e il solito ragioniere di 30 anni che sembra che alla magia non abbia mai creduto nemmeno quando era bambino, a salvare la bottega e a convincerla a lasciar andare il povero Dustin Hoffman che non sembra neppure il mostro sacro che invece è? Convinceva di più come Capitan Uncino vicino ad un improbabile (e anzianotto) Peter Pan, e ho detto tutto.
Il film aveva buone premesse. Oltre a Hoffman e alla Portman poteva contare sulla sceneggiatura di Zac Helm, già autore del piacevole “Vero come la finzione”, che però si è voluto mettere anche dietro la macchina da presa questa volta, costruendo un film per ragazzi che piacesse ai bambini e divertisse gli adulti. Il risultato è che non fa contento nessuno con un film abbastanza noioso, pesante e goffo come la bottega che ne è protagonista con i suoi vorticosi effetti speciali, unica nota positiva in una regia decisamente piatta.
Ci risulta incomprensibile inoltre la scelta della distribuzione italiana di far uscire il film nei cinema ora invece che a Natale, a nostro parere un altro, stavolta vero, “suicidio”. Indigesto.
Sonia Conversi
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