Mediterranea

intervento dell’associazione AMACI

 

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento dell’associazione AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), riguardo la proposta di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali formulata dal Ministro Bondi e approvata ieri dal Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici.

È un comunicato che in alcuni passaggi lascia perplessi come quando si afferma «In un momento in cui l’arte contemporanea riscuote sempre maggiori consensi a livello internazionale e le statistiche mostrano una sempre maggiore frequentazione da parte del pubblico».
La gestione dell’arte contemporanea è stata sempre scadente e non ha mai riscosso consensi, ma nel complesso è condivisibile nel esprimere una crescente emarginazione dell’arte contemporanea dalle priorità di ogni governo e la cecità nel non individuare nelle espressività della quotidianità non solo lo specchio della società, ma anche la possibilità di lavoro nel promuovere l’immagine di un’Italia capace di gareggiare nel mercato internazionale.

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Bergamo, 5 dicembre 2008

AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – esprime viva preoccupazione in merito alla riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali. In un momento in cui l’arte contemporanea riscuote sempre maggiori consensi a livello internazionale e le statistiche mostrano una sempre maggiore frequentazione da parte del pubblico, l’attenzione per il contemporaneo sembra infatti scomparire dalle priorità nazionali e viene addirittura eliminata come voce dall’organigramma ministeriale.
La specificità del settore dell’arte e dell’architettura contemporanee e lo sviluppo soltanto recente delle sue istituzioni richiedono, infatti, un preciso impegno dello Stato nella definizione delle politiche culturali legate alla contemporaneità. Impegno che può essere coerentemente e costantemente garantito solo attraverso il mantenimento di una Direzione generale dedicata in via esclusiva all’azione di indirizzo e sostegno delle arti del nostro tempo.
Pur riconoscendo l’esigenza di cambiamenti strutturali che migliorino l’efficienza del sistema, non possiamo però tralasciare la necessità che le politiche pubbliche si traducano anche in un adeguato sostegno economico.
Con riferimento ai dati dei visitatori dei grandi musei stranieri messi a confronto con quelli italiani (così come pubblicati sul Corriere della Sera del 20 novembre 2008), per evitare gravi ed errate valutazioni sulla gestione dei nostri musei, è infatti bene ricordare come i maggiori flussi siano strettamente connessi agli importanti investimenti che gli Stati stranieri riservano ai loro musei. È utile chiarire che anche a fronte di un numero davvero esorbitante di visitatori, come quelli del Louvre o del Centre Pompidou, la quota di autofinanziamento, ovvero di risorse autonome provenienti appunto da biglietti, bookshop, merchandising etc., non rende affatto autosufficienti queste strutture, se non per una quota molto ridotta che va da 25% al 35%. È necessario inoltre spiegare che lo Stato francese garantisce al Louvre un budget annuale di oltre 100 milioni di euro e 2.000 dipendenti e al Pompidou di oltre 70 milioni e 1.000 dipendenti; cifre davvero da capogiro per l’Italia, se confrontate con le esigue risorse finanziarie e umane che lo Stato italiano destina ai suoi musei.
In Italia non è però solo l’esiguità dei budget a rivelare il preoccupante disinteresse che la politica rivolge al settore dell’arte, soprattutto contemporanea. Anche la vacanza delle direzioni scientifiche di ben sette musei desta infatti la nostra più viva preoccupazione. I musei d’arte contemporanea di Rivoli, Torino, Siracusa, Milano, Bolzano, Verona e Trento (Galleria Civica) sono in fase di cambio della direzione: è auspicio di AMACI che gli amministratori rispettino criteri di nomina esclusivamente di natura tecnico-scientifica, affinché anche nel nostro Paese la politica premi finalmente la vera professionalità, requisito fondamentale per la buona gestione dei nostri musei.
Tutto questo vale ancor più in un momento così difficile per la situazione nazionale e internazionale, in cui proprio l’investimento in cultura sembra essere una delle possibili vie d’uscita. Non dimentichiamo che il finanziamento delle arti è stato infatti uno dei cardini del New Deal promosso da Roosevelt, in risposta alla Grande Crisi del ’29.
In un periodo così complesso, AMACI chiede dunque al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ai Governatori, ai Sindaci e agli Assessori alla Cultura, ai Consigli di Amministrazione di tutte le istituzioni di mettere in atto ogni strategia possibile per far sì che questo momento di recessione non si trasformi in un pericoloso regresso della cultura.

 

AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – Via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo – Italia – Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org

 

 

 

AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani
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Tel +39 035 270272 – Fax +39 035 236962 – www.amaci.org

 


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