Mediterranea

NATIVI E VICHINGHI: TRA LEGGENDE E VERITA’

Gli indiani d’America, si sa, non hanno mai avuto vita facile e questo film di Marcus Nispel ne è una conferma. Ispirato alla graphic novel di Laeta Kalogridis e remake del film “Ofelas” di Gaup, “Pathfinder” narra di un’antica leggenda che fa capo alle saghe norvegesi; che i fatti siano realmente accaduti non vi è certezza storica. L’epoca descritta è quella mitica dei vichinghi, cioè 600 anni prima dello sbarco di Cristoforo Colombo nel Nuovo mondo. Ambientato sulle coste del Nord America, il film prende le mosse da un tentativo di saccheggio da parte dei vichinghi ai danni di un villaggio indiano. La reazione dei pellerossa, inaspettata e violenta, sorprende però i predatori che, vistosi in difficoltà sono costretti alla fuga. Riguadagnato il mare, i Norvegesi lasciano a terra un ragazzo che viene accolto e allevato dalla tribù. Il giovane, chiamato Ghost (Karl Urban), diventa il pupillo del saggio del villaggio, Pathfinder (Russel Mean). Da lui apprende grandi insegnamenti e verità profonde; misteri e segreti lo affascinano e lo conquistano fino a sentirsi parte integrante di quel popolo. Lo spirito, l’animo, il senso di libertà e la dignità dei nativi sono i principi di cui si imbeve Ghost che crescendo diventa un valoroso guerriero, e quando i vichinghi, 15 anni dopo, tornano con i loro sogni di conquista per saccheggiare ancora, sarà proprio lui a proteggere e a difendere a spada tratta coloro che lo hanno allevato. Il film, ricco di scene spettacolari, è sicuramente di grande impatto visivo ed emozionale. Coinvolgente e convincente per la meticolosa ricostruzione del villaggio, per i costumi, per la ricerca e lo studio delle peculiarità culturali attinenti ai due popoli, denota una precisa attenzione alla civiltà dei nativi d’America, ma anche alla civiltà scandinava al tempo dei vichinghi. Molta azione nelle battaglie e particolare cura nel tradurre la finzione in verosimiglianza, come dire, rendere una leggenda quasi realistica. Il regista Marcus Nispel, come già Mel Gibson in “Apocalypto”, ha preferito doppiare solamente gli indiani, mentre i vichinghi, sottotitolati, parlano un incomprensibile linguaggio aulico. Azzeccati gli interpreti, perfettamente calati nel ruolo; la loro scelta premia l’impegno del regista. “Pathfinder” è un buon film e va visto non solo perché è un bel affresco di un’epoca, ma anche e soprattutto per saperne di più sui nativi d’America, per comprendere meglio i loro diritti tutt’ora calpestati.

Ester Carbone

Pathfinder - La leggenda del guerriero vichingo
Titolo originale
Pathfinder
Nazione
U.S.A., 2006
Genere
Avventura
Durata
99 minuti
Regia

Marcus Nispel

Cast

Karl Urban, Russell Means, Ralf Moeller, Jay Tavare, Nathaniel Arcand, Wayne Baker, Moon Bloodgood, Clancy Brown, Hannah Jeffery, Jon Kralt, Kevin Loring

Trama: Una spedizione vichinga sbarcata sulle coste del Nordamerica viene a contatto con una tribù indiana e lo scontro è inevitabile. Messi in fuga, i Vichinghi riprendono il mare lasciando a terra un ragazzo che viene accolto fra i Nativi. Anni dopo, i Vichinghi tornano sul posto per cercare ancora una volta di sconfiggere gli indiani, ma a capo della difesa della tribù di pellirossa c'è il giovane vichingo, ormai diventato un valoroso guerriero, deciso a proteggere a tutti i costi la gente che lo ha cresciuto.

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