UNA ETERNA CONTESA
Si affrontano da circa due millenni e mezzo, in origine sul tetto di un tempio dedicato a Minerva a Veio, in località Portonaccio, insieme ad altre dieci statue in terracotta policroma e le immagini raggruppate davano vita ad episodi mitologici il più importante dei quali era il gruppo di Apollo ed Ercole che combattevano per assicurarsi il possesso di una cerva dalle corna d’oro sacra ad Artemide; Apollo avanza con il braccio destro proteso, Ercole è piegato in avanti pronto a resistere, tra loro si trovava in origine una statua di Hermes inviato da Zeus a separare i duellanti. Per la mitologia Ercole risultò vincitore per gli uomini la lotta è continuata dapprima sul tetto del tempio poi dopo il crollo di questo per due millenni sotto strati di terra finché i due contendenti riemersero, Apollo nel 1916 ed Ercole nel 1944; portati al Museo Etrusco di Valle Giulia hanno ripreso la tenzone ma poco tempo fa fu notato che secoli di dure vicende avevano lasciato nei due combattenti sanguinose ferite tali da richiedere un pronto intervento sanitario e questo compito se lo è assegnato la Federazione Italiana Tabaccai che in veste di premurosa infermiera ha sponsorizzato il restauro delle due statue unitamente a Logista Italia. Nel giro di pochi anni le due statue sono tornate in forza e bellezza e sono state esposte in via provvisoria nella Sala delle Arti e delle Scienze del Museo in attesa di una nuova sistemazione che coinvolgerà anche tutta una serie di reperti provenienti da Veio. Questa città etrusca potente e ricca fin dall’VIII secolo a.C. fu la prima a scontrarsi con Roma in un duello secolare che terminò nel 306 a.C. con la presa della città che divenne un centro provinciale romano ancor fiorente ai primi tempi dell’Impero ma destinato a scomparire pochi secoli dopo; il suo territorio fu oggetto sin dal ‘500 di scavi archeologici di rapina aumentati a dismisura nell’800 e come già detto nel 1916 dal terreno riemerse l’Apollo in ottime condizioni di conservazione in terracotta dipinta a grandezza appena superiore al naturale, nel 1944 ricomparve l’Ercole molto mal ridotto mancante di parte delle testa e della faccia e delle gambe dal bacino in giù. Fu restaurato intorno al 1950 con l’aggiunta di due gambe in cemento e gesso che oltre ad essere non belle esteticamente erano composte di materiale igroscopico che alla lunga avrebbe creati danni all’opera. Il restauro dell’Apollo è stato relativamente semplice consistente più che altro in una pulitura della superficie che ha permesso di poter apprezzare la sapiente policromia della statua forse dovuta al grande artista Vulca, che scolpì anche la statua di Giove Capitolino sul Campidoglio, o alla sua bottega, più complesso il restauro di Ercole rotto in pezzi e malamente integrato. E’ stato realizzato un telaio interno in acciaio inossidabile e le gambe sono state rifatte in poliestere, materiale leggero, inerte e facilmente rimovibile, il tutto completato da una pulitura e dalla reintegrazione di lacune. Nel progetto di sistemazione dei reperti di Veio in un’unica sala verranno aggiunti una statua di Latona ed una testa di Ermes provenienti anch’essi dallo stesso tempio in modo da tentare di ricreare una visione d’insieme sia dell’edificio sacro che della città. Nella nuova collocazione Apollo ed Ercole potranno continuare la loro eterna lotta per l’affascinante cerva dalle corna d’oro.
Roberto Filippi
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