INTELLETTUALI CENSURE
Sono anni che Magdi Allam vede il pericolo in gran parte del mondo islamico e con i suoi scritti cerca di mette in guardia l’Occidente, ma con il suo libro “Viva Israele” ha mosso un vespaio tra un gruppo di intellettuali che hanno firmato un appello contro il suo modo di fare giornalismo.
Forse Magdi Allam è paranoico, certo che a vederlo può far venire alla mente una persona che ha inghiottito un manico di scopa, ma non per questo lo si può censurare, anche quando lo si ritiene antipatico per la sua aria di primo della classe, non può essere una ragione valida per arroccarsi su posizioni opposte e, magari, dimenticare il diritto di Israele ad esistere.
Sarà una Cassandra dei nostri giorni, ma perché negargli di vigilare sul fanatismo d’ispirazione islamica come ha fatto anche Oriana Fallaci; i cento intellettuali sorveglieranno gli altri nascenti fanatismi.
Spesso in questi appelli è facile trovare chi è propenso per il dialogo accanto ad altri meno disponibili al confronto. Reciprocità è un bel termine che pone delle solide basi all’uguaglianza, ma non tutti approvano. Non diamo il cattivo esempio.
La proliferazione di predicatori-docenti-iman fai da te è un problema quanto i fondamentalismi di qualsiasi credo.
Superare delle integerrime posizioni, basate sulla predicazione di pochi brani di forte impatto assembleare, per diventare propensi al compromesso.
Come scrive la mia amica Francesca Paci: “ma raccontare la cronaca aiuta a capire torti, ragioni, sensibilità, l'infinita scala dei grigi che smentiscono l'utopia di una storia in bianco e nero, bene contro male.” Forse Magdi Allam, come i cento firmatari, preferiscono delle posizioni nette, ma non possiamo essere succubi di altre culture; la nostra e quella islamica, affondano le proprie radici nell’ebraismo e guardano al Dio di Abramo. Senza ebraismo non esisterebbe il cristianesimo e tanto meno l’islam.
È da anni che l’Occidente cristiano conta su Israele per contrapporsi al fanatismo islamico. L’Occidente cristiano deve rimboccarsi le maniche, senza limitarsi a condannare alternativamente un colpo di cannone israeliano o i razzi di Hamas su civili, ma tenere d’occhio le inefficienti burocrazie palestinesi e arabe, perché gli aiuti dell’Unione Europea siano finalizzati ad instaurare benessere, creando infrastrutture, e giustizia, per superare l’elemosina internazionale, per vivere in pace, rendendo minoranza chi invoca Dio per cancellare delle vite. Altre persone, come il giornalista e fondatore della Ong Reporters San Frontières Robert Ménard, predica l’uso della tortura anche contro familiari dei rapitori, per salvare la vita di altre persone. Per le stesse convinzioni il ministro statunitense della giustizia Alberto Gonzales si è dovuto dimettere.
Meglio mettere la palla al centro e vigilare, invece che diventare disumani. Operare per togliere da sotto i piedi il tappeto del consenso ai fanatici che concedono assistenza e offrono dei loro leader un’immagine incorruttibile, invece di farsi risucchiare dal vortice del terrore. Essere pragmatici e retti, volgendo lo sguardo all’austerità luterana più che ad un cattolicesimo modaiolo, per una rigorosa gestione del potere e della res pubblica, senza debolezze private, facendo uscire da uno stato di paria tutti i popoli di paesi ricchi, ma dalle pance vuote.
Affermare che il giornalismo di Magdi Allam sia da tifo calcistico piuttosto che analitico e razionale, può essere vero, ma non è il solo partigiano della penna e del video. Chi non ha delle simpatie e delle paranoie “scagli la prima pietra”. Non ci si può limitare a dei singoli processi. Quanti giornalisti usano la loro posizione per difendere interessi meno ampi, più partitici, soprattutto quando sono stati eletti “rappresentanti” del popolo e questo accade anche per avvocati, medici e imprenditori che pur essendo deputati o senatori, continuano ad esercitare la propria attività.
Non possono essere solo i giornalisti a dover lavorare con la schiena “retta”, ma anche i politici devono dare il loro esempio e se ingoiare un manico di scopa può far riscoprire un po’ di rettitudine …
g.l. |